La forte schiacciatrice della Savino del Bene ha giurato fedeltà alla Costituzione questo pomeriggio a Scandicci. “Non vedo l’ora di giocare con la Nazionale azzurra all’Europeo di volley”
Ekaterina Antropova è una cittadina italiana: la schiacciatrice della Savino Del Bene classe 2003 infatti nel pomeriggio ha giurato fedeltà alla Costituzione e alle Leggi della Repubblica italiana, presso il Comune di Scandicci, completando l’iter burocratico per l’ottenimento della cittadinanza. Antropova sarà quindi ufficialmente a disposizione del CT azzurro Davide Mazzanti per il prossimo Campionato Europeo femminile 2023, che prenderà il via martedì 15 agosto con l’attesissima gara all’Arena di Verona tre le azzurre e la Romania (ore 20.00). Queste le prime parole di un’emozionata Ekaterina, subito dopo il giuramento: “È una giornata meravigliosa che attendevo da tanto tempo, voglio ringraziare la Federazione Italiana Pallavolo, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il Ministro dello Sport Andrea Abodi, oltre a tutte le istituzioni e le persone che mi hanno sostenuto in questi mesi. Non vedo l’ora di indossare la maglia azzurra e scendere in campo per l’Italia”.
«C’è stata una lunga attesa che finalmente si è conclusa, e sono strafelice. Spero di essere utile dove il coach riterrà opportuno utilizzarmi. Sono pronta a entrare in qualsiasi ruolo abbia bisogno la nostra Nazionale», ha commentato successivamente la Antropova. «Ho già conosciuto le ragazze nel corso dei collegiali, mi sono integrata bene. Siamo un gruppo molto interessante e secondo me possiamo fare belle cose». In vista dell’Europeo «l’obiettivo è dimostrare il nostro valore, e personalmente il valore che ho nella squadra. – ha aggiunto – Non sarà facile perché si tratta di una competizione di alto livello e sono curiosa di mettermi alla prova». Per la rassegna continentale «in valigia metto coraggio e determinazione, e anche punti interrogativi visto che è la prima competizione con questa maglia. Al ritorno spero di portare con me gioie ed esperienza per il mio percorso», ha concluso la Antropova.