Durissimo scontro istituzionale tra il Presidente del Consiglio Comunale e la vice Barbara Felleca sulle modalità di votazione alle controdeduzioni al Poc “a blocchi” anziché emendamento per emendamento
Volano gli stracci fra Pd e Italia Viva in un finale di legislatura che potrebbe portare anche a delle querele. Già perché in occasione del voto sulle controdeduzione al Poc si è consumato uno scontro senza precedenti tra il presidente del Consiglio comunale Luca Milani (Pd area Schlein) e la vice presidente Barbara Felleca (renziana) proprio riguardo alle modalità di votazione.
In sostanza Felleca chiedeva di esaminare singolarmente ogni emendamento o controdeduzione come sarebbe stato naturale ed è prassi consolidata in ogni consesso, dal Parlamento, al Senato giù giù fino al più piccolo dei consigli comunali. E invece no. A Firenze la regola, evidentemente normale da qualunque altra parte di mondo, non vale. Così Milani, appellandosi del 2015 quando venne approvato l’ultimo Poc e assessore all’urbanistica era Titta Meucci che si inventò la genialata, decide che si procederà con una votazione a blocchi, mescolando “pere con mele, cemento con verde” secondo una originalissimo paragone coniato da una collega giornalista che da tanto tempo segue le vicende del parlamentino fiorentino.
Da qui è partita una discussione pesantissima fra le due cariche istituzionali gigliate che sul momento hanno abbandonato l’aula per poi vergare un durissimo comunicato in cui Felleca parlava di dibattito «sterilizzato dal raggruppamento deciso unilateralmente dal presidente Milani. Se Milani vuole attaccare Italia Viva, lo faccia, ma non dallo scranno della presidenza, poiché in tal modo dimostra, ancora una volta, di essere inadeguato al ruolo che ricopre. Un altro attacco alle donne, strisciante, frutto dello strisciante patriarcato che purtroppo pervade ancora la politica fiorentina». La replica non si è fatta attendere come pure il preannuncio di querela: «Ritengo che non corrisponda al vero e per questo darò mandato per tutelare la mia onorabilità» ha detto Milani che poi ha aggiunto invitando a riguardare lo streaming della seduta. «La cosa che più mi rattrista è l’accusa di attacco alle donne», ha precisato.
Un botta e risposta che poi ha visto ulteriormente prendere la parola Felleca: «Una legittima critica politica, sul merito di una modalità di dibattito, cui si replica con una minaccia di querela – ha detto -. Caro presidente Milani, ci pare che se lei rappresenta il Pd, il suo partito sia alla frutta, o forse all’amaro. Ho criticato la sua decisione, unilaterale, di mettere una tagliola al dibattito sul POC, ascoltate in aula le molte critiche al metodo da lei scelto da parte delle opposizioni, e non solo; e se mi sono sentita colpita come donna, è perché lei ha scelto di replicare alla mia critica politica trincerandosi dietro un’altra donna, Titta Meucci. Ed oggi la minaccia di querela colpisce, chissà perché, una donna, forse perché evidentemente mancano gli argomenti politici. Faccia quel che crede, caro presidente, ma se questo è il livello a cui è scesa la politica a Firenze, forse sarebbe il caso che Lei ed il suo partito vi interrogaste, sinceramente, sul fatto che la politica è confronto. Ma evidentemente il confronto non piace a questo PD. Soprattutto se il confronto è con una donna”.».