La Lega aveva proposto di istituire ogni anno una riunione dell’assemblea cittadina. Bussolin: “Campagna elettorale iniziata, la sinistra nega un’occasione di sensibilizzazione su un tema così grave”
Il Pd si dimostra allergico ai consigli comunali aperti, soprattutto se non li propone lui. E’ successo una volta con il Comitato Vitabilità sul progetto di riqualificazione del quartiere Campo di Marte collegato a quello di restauro dello stadio Artemio Franchi, capita ancora oggi in commissione 4 (Politiche sociali e sanità, presidente Mimma Dardano fresca arrivata in Italia Viva, anche questa una curiosa circostanza che sembra quasi una ripicca…) dove il partito di governo cittadino ha respinto con 4 voti a favore e 4 contrari (in caso di pareggio prevale la maggioranza) la richiesta della Lega Salvini di istituire un consiglio comunale volto a sensibilizzare istituzioni e scuole sulla lotta contro la violenza sulle donne.
Argomento che in linea teorica avrebbe dovuto unire e che invece una volta di più ha diviso per mero calcolo politico seguendo l’equazione che se una proposta arriva da un gruppo di opposizione va comunque bocciata indipendentemente da contenuti e argomentazioni. “Il sentimento di rivalsa del PD su temi sociali come questo spingono la sinistra a votare contro per il semplice fatto di non essere stati loro i promotori. È assurdo – spiega il capogruppo della Lega Federico Bussolin, firmatario della mozione insieme al consigliere Luca Tani e alla consigliera Michela Monaco – che si tenti di dare patenti su questo tema parlando di “bandierine politiche”, così come non ha senso contrapporre la violenza alle persone transgender a quella contro le donne, riportando in auge dibattiti come quelli avuti sul DDL Zan. Non è la prima volta che il PD nega alle opposizioni di destra un contributo sul tema: già due anni fa era stata respinta la mozione volta a sensibilizzare la cittadinanza sullo strumento del “Signal 4 Help”, ulteriore segnale per le donne utile a denunciare maltrattamenti. Ringrazio la Presidente che ha mantenuto comunque un punto di vista oggettivo, politico e non partitico, come ha dimostrato il suo voto di astensione. La campagna elettorale è iniziata e il PD sceglie di cominciare negando al tema della violenza sulle donne un ulteriore faro di sensibilizzazione”.
La lunga mozione del Carroccio muove i passi dal 14° rapporto regionale sulla violenza di genere in Toscana e dalla legge chiamata Codice Rosso che sebbene individui molte novità nonché l’introduzione di quattro nuovi reati, viene messa a repentaglio ogni volta che non viene rispettato il termine nel sentire la persona offesa di tre giorni dalla denuncia. “Contrastare la violenza contro le donne – spiegano gli esponenti del Carroccio – richiede impegno costante e lungimirante, capace di esprimersi in sinergia con il versante penale, lavorando quindi nella scommessa delle nuove generazioni attraverso l’educazione, con lo scopo di cambiare la cultura di ogni ambiente che deve vedere il pieno accoglimento della libertà delle donne, sia nella sfera privata che pubblica. Il quattordicesimo rapporto sulla violenza di genere sottolinea subito come sia importante ribadire con forza che la violenza contro le donne è un tema pubblico. Significa, oltre all’impegno per interventi sempre più efficaci ed appropriati, impegnarsi per “tendere all’emersione del fenomeno, anche nelle sue forme nascoste ma sempre più diffuse: molestie sessuali, bullismo di genere, cyber stalking, revenge porn, portando un contributo alle tematiche di politica e giustizia globale”.
Per questo secondo la Lega è necessaria una iniziativa pubblica culturale di ampio respiro, capace di sensibilizzare non solo i giovani ma tutta la cittadinanza fiorentina. Di qui la richiesta, in prossimità della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, di istituire un consiglio comunale aperto da ripetersi ogni anno per rendere cosciente la cittadinanza all’educazione e al rispetto della vita e della libertà della donna. “L’assemblea fiorentina – concludono – ha dimostrato nel corso degli anni di essere un’istituzione strategica nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica su numerosi temi sociali. Ci sembrava una buona motivazione: al consiglio avrebbero partecipato scuole, studenti, centri e reti antiviolenza nonché gli organi competenti. Invece…”