Ufficialmente era un Internet Point, ma al suo interno si poteva giocare alle slot machine, alle roulette e al baccarat
Ufficialmente era un Internet point gestito da una ditta individuale il cui titolare era un soggetto di origine cinese. In realtà era una bisca clandestina dove oltre a un’ampia gamma di giochi disponibili computerizzati, si poteva entrando anche giocare alla Roulette e al Baccarat tipici giochi da casinò. A scoprirlo sono stati i militari Compagnia della Guardia di Finanza di Empoli i quali mediante sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, hanno acquisito specifici elementi da poter ritenere che al suo interno venisse esercitata tutt’altra attività rispetto a quella dichiarata.
Per accedere al locale, sito a Vinci, bisognava sottoporsi al riconoscimento da parte di un’apparecchiatura di videosorveglianza e premere un campanello per poi essere ammesso. Le ulteriori indagini hanno poi permesso di rinvenire un documento condiviso sui social network in lingua cinese in cui veniva sponsorizzata l’attività proprio in quel locale. I vetri oscurati che non consentivano di vedere l’interno, unitamente a un’assidua frequentazione, tendenzialmente in orari serali e notturni, da parte di cittadini di nazionalità sinica che una volta dentro vi permanevamo per diverso tempo, sono stati ulteriori gli ulteriori indizi che hanno contribuito a delineare un chiaro quadro probatorio chiaro alle Fiamme Gialle empolesi.
Il locale era organizzato su due ingressi, uno visibile dall’esterno e un secondo, immediatamente successivo all’altro, costituito da una inferriata, che aveva il compito di filtraggio e ostacolo per eventuali controlli. All’interno i finanzieri hanno trovato nove postazioni da gioco, complete di personal computer, monitor e poltrone, nonché di un server utilizzato per permettere ai clienti l’accesso abusivo a siti non rientranti tra quelli monitorati dai Monopoli di Stato: circostanza quest’ultima che consentiva agli organizzatori della bisca di non calcolare e dunque di non versare l’imposta all’Erario. Mediante una reception/cassa ubicata all’ingresso del locale e dotata di un tablet, il gestore della sala ricaricava le singole postazioni, già dotate di username e password preimpostate, che permettevano la connessione alla piattaforma di gioco online, dotata di un’interfaccia utente all’avanguardia.
All’esito della perquisizione, vista anche l’assenza di qualsiasi autorizzazione necessaria ai fini del T.U.L.P.S., i militari hanno proceduto al sequestro dell’intero locale, al cui interno sono stati rinvenuti anche circa 6.000 euro quale incasso delle puntate della giornata. Il gestore della sala e il giocatore sorpreso dai finanzieri mentre giocava alle slot machine, entrambi cinesi, sono stati denunciati in flagranza di reato.