La solidarietà ai lavoratori di Draghi (FdI) e del presidente del Consiglio comunale Milani. “Strappo troppo duro per Firenze e la sua storia”
Solidarietà e vicinanza ai 170 lavoratori della Maison Cavalli che ieri hanno manifestato tutto il loro sconcerto e la preoccupazione per la decisione dell’ormai ex maison di moda fiorentina di trasferire tutta l’attività a Milano chiudendo dopo 50 anni la sede storica dello stabilimento all’Osmannoro.
Arrivano dal consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi e dal presidente del Consiglio Comunale Luca Milani: intanto per il prossimo 22 giugno è convocato in Regione un incontro tra proprietà e sindacati dopo la precedente riunione tenutasi nella sede di Confindustria Toscana in via Valfonda (https://www.lamartinelladifirenze.it/i-lavoratori-roberto-cavalli-manifestano-in-piazza/).
“Esprimo tutta la mia vicinanza – sottolinea Draghi – come ho già fatto in altre occasioni ai lavoratori della Roberto Cavalli che hanno manifestato all’Osmannoro di fronte allo stabilimento che dopo 50 anni di attività sarà trasferito a Milano. E’ uno strappo troppo duro per Firenze, per la sua storia, per la sua economia, soprattutto in un momento come questo di grande disagio ed incertezza; hanno ragione loro, sono stati dimenticati dalle istituzioni”.
La decisione di chiudere è stata presa dalla società di investimenti Vision Investments, che dal novembre 2019 possiede il brand fiorentino e fa capo alla Damac Properties del miliardario di Dubai Hussain Sajwani, fra l’altro in controtendenza con i segnali di crescita della filiera della moda nell’area metropolitana fiorentina e soprattutto in un momento particolarmente delicato per i lavoratori e le loro famiglie a causa della pandemia da Coronavirus.
“Negli ultimi Consigli comunali – aggiunge Milani – abbiamo affrontato in più occasioni i temi dell’occupazione a Firenze. Dopo l’amaro addio di Emilio Pucci, la nostra città si trova adesso ad affrontare un’altra difficile vertenza sempre del settore moda. La decisione di trasferire tutta la produzione di Cavalli a Milano oltre ad impoverire il tessuto produttivo di Firenze costringerà tanti lavoratori a dimettersi non avendo la possibilità di trasferirsi in Lombardia. L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto negli ultimi mesi ha drammaticamente inciso sull’economia reale della società. Ma pare non abbia insegnato niente a chi si occupa di lavoro. Adesso non possiamo permettere che venga chiuso un importante presidio produttivo del territorio. Auspico che l’incontro in programma il prossimo 22 giugno presso la Regione Toscana, possa trovare una soluzione in favore delle maestranze alle quali va la mia vicinanza e la mia solidarietà”.