Domani il debutto in prima nazionale di Stefano Massini con il suo variopinto mosaico di personaggi che raccontano i propri sogni nei quali gli spettatori si ritrovano e si riconoscono
Si annuncia il tutto esaurito per Stefano Massini che debutta in prima nazionale e apre la stagione 2022/2023 del Teatro della Pergola con L’interpretazione dei sogni da domani 14 al 18 dicembre (mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19; domenica, ore 16). Dopo il sold out dell’anteprima al Teatro Era di Pontedera nel fine settimana appena trascorso, lo spettacolo, liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Sigmund Freud, prodotto da Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Roma, in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa, sta incontrando un’importante risposta del pubblico di Firenze entusiasta dell’estro di narratore di Massini, qui al servizio di un impressionante catalogo umano. Sulla scena, infatti, prende forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, compongono una sinfonia di visioni e di possibili interpretazioni, in cui gli spettatori si riconoscono e ritrovano.
La corsa de L’interpretazione dei sogni continua nel 2023 al Teatro Stabile di Bolzano (12 – 15 gennaio), al Teatro Zandonai di Rovereto (17 gennaio), al Teatro delle Celebrazioni di Bologna (20 – 21 gennaio), per tornare poi al Teatro della Pergola nella prossima stagione, la 2023/2024, inaugurando una tournée nazionale che toccherà, tra gli altri, il Teatro Studio di Milano, Torino, Roma. Stefano Massini porta a compimento il suo ultradecennale lavoro su L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud, iniziato nel 2008 e costellato di prestigiose occasioni pubbliche, compresa la tappa intermedia del romanzo di grande successo pubblicato da Mondadori nel 2017 e tradotto in più lingue. Dopo l’acclamato spettacolo realizzato al Piccolo Teatro nel 2018 Massini torna nel mondo di Freud con un testo completamente nuovo, che niente ha in comune con i casi e i personaggi portati in scena da Federico Tiezzi.
Dove andiamo quando sogniamo? Che cosa cerchiamo di dire a noi stessi in quello spazio sospeso, ulteriore e intermedio, che ci accoglie appena chiudiamo gli occhi? Ogni essere sogna, al di là del fatto che ne conservi memoria: la nostra esistenza è un susseguirsi di visioni notturne, architetture elaborate e complesse, la cui edificazione obbedisce a una necessità naturale. E allora la domanda diventa: perché sogniamo? Perché per l’essere umano è un bisogno vitale e ineludibile? La ricerca di Massini su Freud, pietra miliare del Novecento, tenta una risposta attraverso l’analisi di numerosi casi clinici, talora drammatici, talora perfino buffi e occasionali, ognuno capace di rivelarci qualcosa sulle leggi misteriose e splendide che sovrintendono alle nostre messinscene notturne. Sì, messinscene. Perché il sogno nella lettura di Freud ha un impianto profondamente teatrale, evidente fino da quel titolo originario del volume che alludeva a una vera e propria “drammaturgia onirica”. E dunque ecco scaturire l’ultima domanda: con quali regole si procede, nel fantasmagorico teatro del Sogno?
Le foto che corredano l’articolo sono di Filippo Manzini