La cerimonia oggi, alla presenza fra gli altri dell’assessore alla Toponomastica caterina Biti, nel luogo che fra il 1945 e il 1955 fu centro di raccolta dei profughi
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“Siamo esuli fiumani, istriani e dalmati attraverso confini di odio e di morte. Siamo case strappate, uomini e donne e bambini costretti a diventare stranieri. Ora siamo libertà ritrovata che ricorda chi siamo stati e sempre saremo: italiani”. È questa la scritta sulla targa svelata oggi in occasione del Giorno del Ricordo in Sant’Orsola a Firenze che, tra il 1945 e il 1955, fu centro di raccolta dei profughi giuliano-dalmati. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alla Toponomastica Caterina Biti, l’assessore alla Cultura della Memoria Benedetta Albanese, il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli, Carlo Boni Consigliere Delegato Città Metropolitana e Daniela Velli Presidente del Comitato ANVGD Firenze.
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“È importante scoprire questa targa proprio oggi, 80 anni dopo i tragici fatti che portarono all’esodo di tante famiglie da Fiume, dall’Istria e dalla Dalmazia, e proprio qui a Sant’Orsola, dove 580 profughi furono accolti – ha detto Biti –. Anche in quel momento, infatti, Firenze fu città accogliente. Ancora oggi è importante ricordare e riappacificarsi con la storia che su quegli eventi è molto chiara. Sta a noi impegnarci perché quello che è accaduto ci sia di insegnamento per il futuro”.
L’assessore ha fatto poi accenno all’episodio di vandalismo di cui è stato oggetto la foiba di Basovizza. “Da parte di alcuni c’è la volontà di infangare quella memoria, di rinnegare quello che è stato e raccontare una storia diversa dalla realtà. Dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione e impegnarci perché il Giorno del Ricordo renda giusta memoria a tutte le persone che furono barbaramente uccise o che furono costrette a scappare dalle loro case”.