Sgominata da Guardia di Finanza e Polizia di Stato l’ascesa di un potente clan malavitoso in città che aveva ottenuto anche finanziamenti per l’emergenza Covid e aveva favorito l’immigrazione clandestina sfruttando la normativa sui flussi migratori
Sette custodie cautelari in carcere, tre ai domiciliari e due provvedimenti di interdizione dall’esercizio di attività professionali nei riguardi di un commercialista con studio a Prato e di un consulente del lavoro che operava invece a Nocera Inferiore (Sa). E’ il bilancio di una articolata operazione della Guardia di Finanza che ha coinvolto oltre 150 appartenenti alle forze dell’ordine tra Fiamme Gialle e Polizia di Stato e si è sviluppata a Firenze e in alcune località delle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza.
Il blitz, diretto dalla Direzione Distrettuale Antimafia fiorentina e coordinato dalla Direzione Nazionale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Dott. Giuseppe Creazzo, ha portato anche al sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro. I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa per aver agevolato il clan camorristico, presente nella provincia di Salerno. In sostanza l’associazione era finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, all’indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché al riciclaggio e al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Le investigazioni, avviate nel luglio 2020, hanno permesso da subito di accertare che due fratelli avevano appena avviato una nuova entità associativa criminale in città. La sede era una pizzeria nei pressi della Leopolda acquisita all’indomani dell’inizio della pandemia dove, quasi quotidianamente, i membri dell’associazione criminale tenevano i loro incontri e dove si recavano per stoccare e ricettare quanto in loro possesso, provento delle attività illecite commesse. Proprio questo esercizio commerciale, la cui licenza era stata ottenuta presentando una falsa dichiarazione sulla sussistenza dei requisiti di onorabilità del richiedente e aveva anche beneficiato di finanziamenti a fondo perduto e con garanzia statale per 32mila euro causa emergenza Covid, era stato al centro di un attentato con una bomba carta la notte del 23 febbraio 2021 che aveva danneggiato fortemente l’ingresso e aveva provocato un forte allarme in città. A compiere quel gesto erano stati alcuni componenti del clan avverso a quello dei due fratelli di Nocera Inferiore, mandati a Firenze con l’intento di inviare un chiaro segnale agli avversari. La faida era iniziata con l’uscita dal carcere del capo clan fratello del gestore della pizzeria fiorentina, avvenuta nel dicembre 2020.
I proventi delle attività criminose messe in opera dal sodalizio erano reinvestiti, sia a Firenze che a Nocera Inferiore. Le indagini poi hanno anche rivelato responsabilità di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in particolare per aver tentato di far entrare illegalmente in Italia cittadini extracomunitari attraverso l’indebito sfruttamento della normativa sui flussi migratori. In questa circostanza erano stati coinvolti non meno di 15 cittadini extracomunitari, prevalentemente provenienti dal Bangladesh, ai quali erano stati richiesti 1.500 euro per ogni pratica di assunzione. In pratica, disponendo il sodalizio della disponibilità di oltre un centinaio di copie di documenti di identità di cittadini extracomunitari, erano predisposti falsi contratti di assunzione che indicavano, quale presunto luogo di svolgimento dell’attività lavorativa, sia la pizzeria, sia altri esercizi commerciali fiorentini, nell’unica finalità di consentire la presentazione delle domande da parte di imprenditori compiacenti di volta in volta reperiti. I provvedimenti sono stati adottati all’esito di indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Distrettuale di Firenze Dott. Leopoldo De Gregorio ed eseguiti congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura di Firenze e dal GICO (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Firenze, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, con le Squadre Mobili di Salerno, Potenza, Verona, nonché con lo SCICO e con i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno, Prato e Latina. Il G.I.P. presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze, Dott.ssa Eugenia Di Falco ha altresì disposto la misura del collocamento in comunità nei confronti di un minore.