Al teatro di Rifredi “Il principio di Archimede” del drammaturgo Josep Maria Mirò: thriller psicologico che lancia un occhio spietato sulla società d’oggi, ossessionata dalla sicurezza, incapace di correre rischi e affamata di mostri da condannare
Un istruttore di nuoto, una piscina, un bambino che piange per paura dell’acqua. E un bacio dato secondo alcuni sulla guancia, per rassicurare, e secondo altri sulla bocca, con ben altre intenzioni. Con la velocità dei social network il veleno del dubbio si infiltra negli spogliatoi, dando il via a un thriller psicologico costruito in modo diabolico. La caccia al mostro è aperta e non ci sono risposte certe: spetterà al pubblico decidere chi è colpevole e chi innocente.
È in un’atmosfera che odora di cloro, metafora perfetta della nostra società asettica, che il drammaturgo catalano Josep Maria Miró mette in scena dal 31 marzo a al 10 aprile al Teatro di Rifredi (giorni feriali ore 21.00, domenica ore 16.30, lunedì riposo) “Il Principio di Archimede”, la pièce che lo ha imposto sulla scena mondiale. Mirò solleva il velo di un mondo ossessionato dal principio di precauzione, dal terrore di ogni minimo rischio e dalla smania di sorveglianza. Ma sotto la superficie liscia di un ambiente sicuro sciama ancora l’idra di voci e fantasie, le cui teste sono centinaia, milioni, moltiplicate dalla contagiosa onnipresenza dei social.
Lo spettacolo, con la salda regia di Angelo Savelli, si avvale dell’intensa interpretazione di alcuni dei migliori attori della scena toscana come Monica Bauco, Riccardo Naldini e Samuele Picchi e di quella di Giulio Maria Corso, giovane volto del cinema e della televisione, già protagonista di spettacoli di grande successo come “Rapunzel”, “Grease” e “Liolà”. Vincitore in Spagna di tre prestigiosi Premi Born, dopo aver aperto la stagione del teatro a ottobre 2021 con la lettura del nuovo lavoro “Il corpo più bello che si sia mai visto da queste parti”, interpretata da Maddalena Crippa, il drammaturgo torna a Rifredi con un testo tradotto in 15 lingue e rappresentato in 21 paesi che, partendo da un apparente caso di pedofilia parla di molte altre cose: della paura che ci pervade, dell’educazione che ci viene impartita, delle relazioni sociali e del tipo di mondo in cui vogliamo vivere.
La domanda è semplice: preferiamo una società in cui possano verificarsi delle storture, o addirittura degli abusi, ma dove sia ancora consentita la tenerezza tra gli individui, oppure una che metta in campo tutti i meccanismi di sicurezza possibili per impedire ogni rischio, anche a costo di diventare tutti un po’ poliziotti e un po’ indagati?
Informazioni: Teatro di Rifredi via Vittorio Emanuele II, 303 – 50134 Firenze tel. 055/422.03.61, www.toscanateatro.it. Biglietti: Ingresso intero € 16 – ridotto € 14, on line: www.boxofficetoscana.it – www.ticketone.it, biglietteria@toscanateatro.it. , “Gruppi a Rifredi” tel. 055.422.03.61 oppure biglietteria@toscanateatro.it. Ingresso in sala con Green Pass Rafforzato e mascherina FFP2 obbligatoria.
Tutte le foto che accompagnano l’articolo sono ©Pino le Pera