La cerimonia a Palazzo Vecchio per presentare l’emissione dell’affrancatura che ricorda i due decenni di attività della Fondazione che aiuta le famiglie dei piccoli lungodegenti ricoverati al Meyer
“Fa un certo effetto parlare in un Salone dei Cinquecento praticamente vuoto. É il segno del tempo che stiamo vivendo, un tempo che non deve però toglierci la speranza, la fiducia e la solidarietà. Tre valori che sono alla base del progetto promosso dalla Fondazione Tommasino Bacciotti con Poste Italiane”.
Parole del sindaco Dario Nardella per la presentazione e l’emissione del francobollo realizzato per celebrare il 20° anniversario della Fondazione, che dal 2000 aiuta le famiglie con bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Meyer provvedendo all’accoglienza dei nuclei familiari dei lungodegenti e finanziando borse di studio per la ricerca e i progetti medico scientifici. Alla cerimonia erano presenti Paolo e Barbara Bacciotti, l’assessore alla toponomastica Alessandro Martini e il direttore della filiale di Firenze di Poste Italiane Pio Violante. La vignetta raffigura l’immagine utilizzata per la promozione del Progetto Case Accoglienza della Fondazione Tommasino Bacciotti rielaborata con il profilo, in grafica stilizzata, della Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto del Duomo di Firenze, delimitata in alto da un ritratto del piccolo Tommaso Bacciotti e dal logo del 20° anniversario della Fondazione. Le bozzettiste sono Laura Pallanti e Angela Kotlar.
La Fondazione mette a disposizione delle famiglie dei bambini ricoverati al Meyer, appartamenti indipendenti che offre in modo totalmente gratuito provvedendo al pagamento di affitti, manutenzione e utenze e, grazie al contributo di aziende sostenitrici, mensilmente le famiglie vengono rifornite con alimenti di vario genere. “Poter garantire una casa alla famiglia di un bambino malato è un percorso di guarigione in più – ha dichiarato Paolo Bacciotti – questi appartamenti vogliono essere delle ‘isole felici’ per il bambino per fare vivere al meglio, a lui e ai suoi genitori, questo percorso drammatico. Le malattie oncologiche dei bambini sono tunnel pieni di insidie e di dolori: per questo vogliamo che in quelle quattro mura i genitori possano vivere felici”.