Il premier nella sua giornata fiorentina ha inaugurato il summit Vescovi-Sindaci del Mediterraneo con un appello alla fratellanza “in un momento di forte tensione per l’Europa”
E’ cominciata con la visita allo stabilimento della Salvatore Ferragamo a Sesto la giornata fiorentina del presidente del Consiglio Mario Draghi che ha incontrato i lavoratori della maison assieme al sindaco sestese Lorenzo Falchi, a quello metropolitano diFirenze, Dario Nardella, e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Draghi è stato accompagnato da Leonardo Ferragamo, presidente della Salvatore Ferragamo, con i fratelli Ferruccio e Giovanna , l’ad Marco Gobbetti, prima all’archivio che conserva i modelli storici realizzati dal fondatore, Salvatore Ferragamo, e poi nei reparti dove gli sono stati illustrati i passaggi principali per la realizzazione delle famose calzature. Il premier ha poi raggiunto l’Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo a Convento di Santa Maria Novella: «Come ha detto Papa Francesco – ha esordito il premier-, lo scorso incontro a Bari ha segnato un momento di grande unità nelle Chiese del Mediterraneo, una testimonianza di pace. Mi auguro che un dialogo sul divino che nasce dalla volontà di superare differenze, incomprensioni che affliggono gli uomini da secoli porti un messaggio di fratellanza in un momento di forte tensione per l’Europa. Sono molto felice di essere qui con voi oggi. Voglio ringraziare la Conferenza Episcopale Italiana e Sua Eminenza Cardinale Bassetti per l’invito all’evento di oggi sul Mediterraneo”.
Il premier, inaugurando assieme al presidente della Cei Gualtiero Bassetti il summit che da oggi a domenica catalizzerà gli occhi del mondo su Firenze , ha lanciato un appello contro la guerra in Ucraina. “In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano – ha detto Draghi – La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo. Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”. Parole di pace anche dal Cardinal Bassetti: “Mentre soffiano inquietanti venti di guerra dall’Ucraina, gli Stati non sembrano avere la forza, a fronte dell’eventuale buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza. I nostri popoli, le nostre città e le nostre comunità religiose, invece, possono svolgere un ruolo straordinario: possono spingerli verso un orizzonte di pace e di fraternità”.
Sul tema della pace Bassetti ha poi citato il sindaco santo Giorgio La Pira: “Occorre animare nei nostri popoli la persuasione che il solo principio di potenza non è in grado di garantire sicurezza; occorre mostrare loro che negli ultimi 30 anni, il ricorso alla forza non ha risolto alcuna crisi, ma è la causa principale delle loro sofferenze; occorre dir loro, infine, che edificare una casa comune mediterranea significa costruire, sulle orme della visione lapiriana, una “grande tenda di pace” dove “possano convivere nel rispetto reciproco – ha detto Francesco – i diversi figli del comune padre Abramo”.
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