Bezzini: “Risultato importante che rivoluziona l’approccio terapeutico a vantaggio delle donne che accedere a cure su misura, evitando la chemioterapia”
Le donne affette da tumore al seno potranno accedere gratuitamente ai test genomici. Lo prevede una delibera approvata dalla Regione su proposta dell’assessore alla sanità Simone Bezzini che segue la Risoluzione del Consiglio regionale dello scorso 26 maggio con la quale si impegnava il Governo toscano a valutare la possibilità di inserire l’erogazione di questi test nel tariffario regionale rendendoli così disponibili alle pazienti idonee, residenti nel territorio.
Si tratta di test che consentono di definire con maggiore precisione la prognosi delle neoplasie e selezionare il trattamento più appropriato per la singola paziente, permettendo spesso nei casi dubbi di ridurre il ricorso alla chemioterapia. Un risultato per il quale si è battuta l’associazione Toscana Donna, che per prima ha avanzato questa richiesta. “E’ un risultato molto importante, che rivoluziona soprattutto l’approccio terapeutico a vantaggio delle donne con tumore al seno, che potranno accedere a cure su misura, evitando la chemioterapia, se non ne avranno bisogno – commenta Bezzini -. Il test genomico consente al medico di proporre alla paziente la terapia più adatta alle sue necessità, ma permette anche vantaggi in termini di qualità di vita per le donne che possono evitare la tossicità di un trattamento chemioterapico non richiesto. Nonostante il Covid stia richiedendo il nostro massimo impegno – conclude Bezzini – continuiamo a occuparci di tutta la sanità anche in modo innovativo, non dimenticando nessuno, come, in questo caso, le donne, chiamate a confrontarsi con una malattia che stravolge le loro vite e la percezione del proprio femminile”.
Ai test potranno accedere le pazienti residenti in Toscana, individuate dal Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) e operate all’interno della Rete senologica della Regione. In particolare l’esecuzione gratuita del test sarà riservata solamente alle pazienti con tumore della mammella in stadio precoce, con positività dei recettori per gli estrogeni e il progesterone, e negatività della proteina c-erbB2 le cui caratteristiche indicano tumori sui quali è incerto il beneficio dell’aggiunta della chemioterapia alla terapia endocrina adiuvante.