Il poliambulatorio, dedicato alla giovane di cui è in corso la causa di beatificazione, nascerà a Nkongolo Monji grazie all’impegno di Meyer, CR Firenze, Il Cuore si Scioglie e Grazie a Piene mani
Un punto nascita con sei letti e altrettanti per degenza, oltre a un’area per accettazione e diagnostica e a uno spazio di primo soccorso. Sorgerà a Nkongolo Monji, nella Repubblica democratica del Congo, il poliambulatorio natale intitolato alla figura di Maria Cristina Ogier, la giovane consorella francescana secolare fiorentina di cui è in corso la causa di beatificazione, morta ad appena 19 anni per una gravissima malattia.
Il progetto è stato presentato a Palazzo Vecchio alla presenza del sindaco Dario Nardella, di Giampaolo Donzelli (presidente della Fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer), di Gabriele Gori (direttore generale della Fondazione CR Firenze), di Daniela Mori (presidente della Fondazione il Cuore si Scioglie) e di Nikla Salsetta Balestra (associazione “Grazie a Piene Mani”). Il “Centre de Santè Maria Cristina Ogier”, sostenuto dalle tre Fondazioni, potrà contare su una struttura di circa 100 metri quadrati, modernamente attrezzata e gestita da personale competente che permetterà di avere uno spazio protetto e assistito per effettuare parti in sicurezza, interventi di primo soccorso e stanze attrezzate per visite ambulatoriali.
Avrà un costo di 60mila euro finanziati pariteticamente dalle tre Fondazioni fiorentine, nella visione di promuovere e valorizzare le idealità fondamentali della nascita. “Ancora una volta – ha detto Nardella – emerge il grande cuore solidale di Firenze. La nostra città nella storia si è contraddistinta per la tutela delle mamme e dei bambini più fragili e mi piace pensare che sarà grazie a tre soggetti fiorentini che verrà costruito questo centro nascita-poliambulatorio dove le donne potranno partorire in tutta sicurezza”.
Il centro servirà i circa 30mila abitanti di Nkongolo Monji che adesso trovano la prima struttura sanitaria a un giorno di cammino dalle loro capanne col pavimento in terra battuta, dove le donne partoriscono con un tasso di mortalità molto elevato a causa delle scarse condizioni igieniche e dei rischi di infezione. “La Fondazione Meyer – ha aggiunto Donzelli – volge il suo sguardo non solo ai piccoli pazienti assistiti nel “suo ospedale”, ma cerca di rispondere alle richieste di aiuto provenienti da realtà anche lontane. La mortalità materna e neonatale così elevate nel Congo, sono l’espressione più drammatica di negazione al diritto alla vita, fin dal suo sorgere: “la donna muore per dare la vita”. Le donne di Nkongolo Monji troveranno nel “Centro nascita” competenze umane e professionali a “mani piene” per far nascere i loro figli”.
All’interno del punto nascita lavoreranno un medico e cinque infermieri. “Con questa iniziativa – ha concluso Mori – si rafforza la collaborazione con le altre due Fondazioni e la rete solidale formata si mobilita per sostenere il miglioramento delle condizioni di vita, a partire dalla nascita, in una realtà più lontana. Il “Centro nascita Santé Maria Cristina Ogier” avrà lo scopo principale di aiutare le donne congolesi nel momento del parto, ma servirà anche per dare un primo presidio sanitario ad un’area e ad una comunità che finora ne è sprovvista”.