Condanna unanime del mondo politico dopo l’inchiesta avviata dalla Procura di Firenze che ha portato agli arresti domiciliari tre agenti e altri sei all’interdizione per un anno
Un’ispettrice e due agenti agli arresti domiciliari, altri sei interdetti per un anno per un anno dai pubblici uffici e sottoposti all’obbligo di dimora. Secondo un’inchiesta della Procura di Firenze si sarebbero resi protagonisti di violenze e torture nei confronti di almeno due detenuti. Violenze che sarebbero accadute all’interno del carcere di Sollicciano. Le nove misure cautelari, disposte dal gip del Tribunale di Firenze, su richiesta del sostituto procuratore Christine Von Borries, sono state eseguite la mattina dell’8 gennaio. Agli indagati vengono contestati episodi che risalirebbero al 2018 e al maggio scorso, quando alcuni reclusi avrebbero subito pestaggi riportando gravi lesioni come la rottura delle costole e di un timpano. Ma a essere contestato è anche il reato di falso ideologico in atto pubblico, perché secondo l’accusa gli agenti avrebbero fatto passare gli abusi come episodi di resistenza da parte dei detenuti.
Immediate le reazioni del mondo politico che da un lato ribadisce come la detenzione debba essere intesa fattore rieducativo e dall’altro invita a non generalizzare nei confronti di tutto il personale della Polizia Penitenziaria che quotidianamente si trova a dover operare in condizioni spesso critiche dovute non solo al problema mai risolto del sovraffollamento ma anche alla difficile convivenza tra soggetti provenienti da ambiti culturali completamente diversi. “Se l’ipotesi investigativa venisse confermata – afferma l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – si tratterebbe di fatti assolutamente inaccettabili che condanniamo con la massima fermezza. Seguiremo con attenzione i prossimi sviluppi giudiziari e, per quanto di nostra competenza, ci impegneremo affinché le carceri toscane garantiscano una detenzione dignitosa e la riabilitazione dei detenuti. Le carceri non devono essere mai luoghi di violenza e sopraffazione”.
Per Sara Funaro, assessore al welfare del Comune che in mattinata si è sentita con la direttrice della struttura Antonella Tuoni, Gli atti di violenza compiuti da alcuni agenti penitenziari su dei detenuti sono un fatto molto grave. Ma non devono delegittimare tutto il personale di Polizia penitenziaria, che ogni giorno lavora in modo serio, nel rispetto dei diritti dei detenuti, e in condizioni spesso difficili sia per la carenza di personale che per la grave situazione di criticità strutturale in cui da tempo si trova il carcere, e sulla quale è necessario intervenire”. Funaro si è sentita anche con il garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini e con il cappellano di Sollicciano, don Vincenzo Russo, e nei prossimi giorni incontrerà le associazioni che portano avanti i progetti nel carcere.
Condanna dei fatti avvenuti arriva dalla Commissione 4 che annuncia per i prossimi giorni l’intenzione di compiere una visita nella casa circondariale. E Stefano di Puccio, consigliere Pd da molti anni in prima linea sui problemi di Sollicciano, aggiunge: “E’ ora che il Consiglio comunale rientri nel carcere. Dobbiamo riprendere il discorso là dove lo avevamo lasciato negli anni scorsi, a partire dalla casa delle semilibertà fino a tutte le altre piaghe del carcere: sovraffollamento, condizioni igieniche e carenza di strutture. Come commissione dobbiamo far sì che le nostre visite al carcere siano periodiche e la nostra azione efficace perché la città di Firenze sia presente sui problemi di detenuti, agenti e personale di servizio a Sollicciano”. Solidarietà alla direttrice Tuoni infine è stata espressa anche da Luca Milani, presidente del Consiglio Comunale.