I Carabinieri della stazione di Pelago si sono insospettiti perché non aveva il permesso di soggiorno in regola. L’uomo di origini bosniache era stato coinvolto in un giro di droga e prostituzione rimediando una condanna a 9 anni di reclusione
Aveva esibito, durante un normale controllo di routine, un passaporto con generalità apparentemente “pulite”, salvo il fatto di non essere in regola con il permesso di soggiorno. I Carabinieri della stazione di Pelago però si sono insospettiti e hanno voluto controllarlo in maniera più approfondita sottoponendolo anche a rilievi foto-dattiloscopici. E così è saltata fuori la sua vera identità oltre a un provvedimento di arresto europeo del 2018 connesso ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Ancona nel giugno 2015.
Il 46enne di origini bosniache era già stato condannato a 9 anni di reclusione e aveva una pena residua da scontare di 6 anni ed 8 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione per fatti commessi nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Roma, tra il 1999 ed il 2000, già scarcerato per scadenza dei termini cautelari nel 2008. Nel frattempo però aveva acquisito una nuova identità albanese, rientrando in Italia circa un anno fa. L’uomo era stato coinvolto vent’anni prima, con altri sodali, in un traffico internazionale di eroina, cocaina ed hashish e in un giro di prostituzione, con numerose ragazze straniere fatte entrare clandestinamente sul territorio nazionale e poi costrette anche con minacce a prostituirsi, di cui con i propri complici, tratteneva poi i proventi. I Carabinieri di Pelago lo hanno dunque arrestato e associato al carcere di Sollicciano.