L’opera del Maestro di Marradi era stata trafugata nel 1985 dal Conservatorio di S. M. degli Angeli e per moltissimo tempo è rimasta appesa nel salone di una abitazione privata
Appesa nel salone di una abitazione privata di un antiquario fiorentino, oggi è tornata nella sua casa originaria: l’Auditorium del Conservatorio Santa Maria degli Angeli. Si tratta della “Madonna col Bambino e i Santi Girolamo e Domenico” che è stata riconsegnata al Presidente della Fondazione, Francesco Neri, dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze Capitano Claudio Mauti.
Il dipinto del XV secolo, eseguito con tecnica a tempera su tavola centinata e attribuito al Maestro di Marradi, era stato trafugato negli anni Ottanta dall’Istituto. Le indagini sono state avviate a seguito di una segnalazione pervenuta ai Carabinieri dall’Ufficio Esportazione Oggetti d’Antichità e d’Arte di Firenze relativa alla presentazione della bellissima tavola che misura 100×69 cm, da parte di un antiquario fiorentino, per l’esportazione all’estero. La commissione esaminatrice, intuendo che si trattava di un dipinto schedato nel 1985, ha informato subito il Comando TPC per le verifiche del caso. Gli accertamenti successivi hanno consentito di appurare che l’opera, anche se catalogata, già nello stesso 1985 non era più presente presso il Conservatorio, perché in restauro presso un artigiano locale. In seguito il dipinto, in circostanze in corso di accertamento, fu acquistato dal padre dell’antiquario fiorentino che appunto, per molti anni, l’ha lasciata appesa nel salone della sua abitazione. L’opera è stata poi ereditata dal figlio, anch’egli antiquario. Accertata la corrispondenza della tavola con quella catalogata, il professionista ha provveduto a consegnarla spontaneamente affinché fosse ricollocata nella sua sede di origine.
La restituzione dell’opera all’Auditorium rientra nell’ambito della collaborazione tra i Carabinieri e gli Uffici Diocesani responsabili del patrimonio culturale ecclesiastico. In particolare le diocesi documentano dettagliatamente i beni culturali in loro possesso tramite un’accurata catalogazione, contribuendo così in modo significativo a identificare il prezioso patrimonio artistico in caso di denuncia, sottrazione o dispersione.