Tornano al loro splendore la palazzina Medicea e l’Orologio. 300mila euro l’importo degli interventi. L’esposizione di Vascellari, primo tassello di un progetto che coinvolgerà Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e il Museo Novecento
Si sono conclusi, in occasione della riapertura estiva, lavori di restyling importanti per il Forte Belvedere, che hanno coinvolto principalmente la palazzina medicea e l’Orologio, ovvero la meridiana sulla facciata sud. Il Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio ha portato avanti per la prima volta dopo tanti anni, dall’autunno del 2022 alla primavera del 2023, un intervento complessivo e organico di restauro e risanamento conservativo di tutte e quattro le facciate della Palazzina Medicea, con l’obiettivo di esaltare e valorizzare le caratteristiche architettoniche dell’edificio migliorando, al contempo, le condizioni di sicurezza di tutte le parti esterne della struttura. Le quattro facciate della Palazzina Medicea sono state restaurate con materiali e tecniche compatibili improntati a garantire la massima compatibilità con i materiali costitutivi storici e con i prodotti utilizzati nelle varie fasi dell’intervento, che non compromettono l’integrità del materiale sottostante. Per le parti in pietra forte presenti in facciata (cornici marcapiano, davanzali, cornici delle aperture) è stata eseguita un’accurata revisione, pulitura ed il consolidamento, per restituire alla pietra le sue caratteristiche originarie. Sono stati altresì restaurati e revisionati le architravi ed i colonnati presenti sui prospetti sud e nord.
Contestualmente Forte Belvedere è tornato a ospitare una mostra. Dopo Jan Fabre, Giuseppe Penone, Anthony Gormley ed Eliseo Mattiacci, è toccato a Nico Vascellari con la sua MELMA prima tappa di un grande progetto della durata di un anno che coinvolgerà alcuni dei luoghi più emblematici di Firenze: Piazza Signoria, Palazzo Vecchio e Museo Novecento. Apertura al pubblico domani 24 giugno. L’esposizione, a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E., un’occasione speciale che arriva a vent’anni di distanza dalla prima mostra dell’artista, realizzata proprio a Firenze il 25 giugno 2003. E’ la prima volta che la fortezza, nei suoi spazi interni ed esterni, viene occupata da un artista italiano della generazione di Vascellari con un progetto espositivo così ambizioso e unico per estensione temporale e spaziale: un’occasione per gettare nuova luce e supportare questa generazione di artisti italiani e condividere con il grande pubblico il loro sguardo sulla contemporaneità.
“È sempre un enorme piacere tornare ad aprire il Forte di Belvedere con mostre di arte contemporanea di assoluto rilievo – dichiara il sindaco Dario Nardella -. In questo caso siamo ad inaugurare la prima esposizione di un percorso articolato che porterà Nico Vascellari non solo al Forte ma anche in piazza della Signoria e nei musei di Palazzo Vecchio e Museo Novecento, nel solco di una precisa scelta politica e culturale che ha permesso di ospitare a Firenze negli ultimi anni alcuni dei più grandi interpreti di arte contemporanea”.
MELMA (fino all’8 ottobre 2023) include una selezione di opere inedite, concepite appositamente per questa occasione e realizzate con media diversi, come video, sculture, collage, installazioni e suono. All’esterno del Forte, sui bastioni e nel giardino, sono installate nove opere scultoree – fusioni in alluminio – della serie Horse Power (2023), accompagnate da due video, Fossil of Experience (2023) e Horse Power (2019), presentati all’interno delle “cannoniere” e da un’opera, Falena (2022), allestita sulla facciata della palazzina. Le sale interne sono occupate da un percorso espositivo con oltre trenta opere, molte di queste inedite, che, giocando su registri molto diversi tra loro, offrono una panoramica ampia del lavoro di Vascellari, concentrandosi sulla relazione tra uomo e natura, tra esistenza e trascendenza, tra corruzione e rigenerazione.
“La Melma è una materia primordiale, qualcosa che cela la vista e proietta sull’ignoto, inteso sia come mondo interiore sia come tensione verso l’esterno” – spiega Vascellari –. Ho sempre parlato dell’arte come una pesca a mani nude nel fango, dove è possibile trovare ciò che non conosci ma che tenti di riconoscere. La melma richiama per ognuno di noi qualcosa di pasticciato, paludoso, magmatico e “merdoso” ma rimanda anche ad alcune mitologie per le quali tanto la foschia quanto la melma sono portali che permettono l’accesso al magico e al misterioso.” Nella seconda tappa del progetto, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e il Museo Novecento ospiteranno una serie di opere, tra cui una nuova installazione per l’Arengario, una performance site-specific ideata dall’artista per il Salone dei Cinquecento e una serie di lavori nella sede delle ex-Leopoldine.