Al Teatro di Rifredi va in scena la grassa comicità tutta fiorentina di “Le mille e una Bruna” con Alessandro Riccio e Alberto Becucci
Prima nazionale e in italiano alla Pergola per La seconda sorpresa dell’amore di Pierre Marivaux, il drammaturgo forse più grande del Settecento francese, che in Italia, nonostante gli storici allestimenti di Strehler, di Chéreau e di altri importanti registi, non è mai riuscito a conquistare spazi stabili nei repertori teatrali. La commedia, tradotta e diretta da Beppe Navello, con Daria Pascal Attolini, Marcella Favilla, Lorenzo Gleijeses, Fabrizio Martorelli, Stefano Moretti, Giuseppe Nitti, sarà in scena dal 23 al 28 novembre (martedì – sabato, ore 20.45; giovedì, ore 18.45; domenica 15.45). Lo spettacolo si inserisce nel progetto Le ragioni del cuore, per conoscere meglio Marivaux. Non a caso parallelamente alla commedia state organizzate alcune iniziative per approcciarsi al drammaturgo transalpino. Il 23 novembre alle 18 è in programma alla Pergola la presentazione del libro Marivaux Teatro, Cue Press editore. Il 24 alla Pergola e il 25 novembre a Villa La Stella è in calendario il convegno internazionale Marivaux et les scènes européennes. Sia la presentazione del libro che il convegno sono a ingresso libero.
Ne La seconda sorpresa dell’amore i sei personaggi si confrontano in modo serrato e teso sul percorso delle emozioni e dei sentimenti che nascono, si muovono, crescono, si ribellano alla saggezza e al controllo del buon senso: come quasi sempre in Marivaux, tutto è chiaro, tutto è compiuto fin dalla prima scena, dal primo incontro. Ma tutto resta da capire e soprattutto da dire; e tocca agli attori il compito di coinvolgere gli spettatori in questa appassionante ricerca, chiamandoli a condividere il loro tormento euristico. “C’è bisogno di molta complicità emotiva tra la platea e il palcoscenico perché questa commedia abbia successo – racconta Navello -. Forse, essendo una delle poche scritte per la Comédie-Française, mi piace pensare da italiano che questo sia il motivo del suo tiepido esito al debutto (31 dicembre 1727). Speriamo che, dopo quasi trecento anni, sia questa l’occasione per dimostrarlo.
Di tutt’altro genere sono invece Bruna e Franchino, una vecchia cantante dal passato turbolento e il suo timido e riservato pianista, in un concerto teatrale che è un omaggio alla fiorentinità più genuina, tra canzoni e poesia. Questo è “Le mille e una Bruna”, il nuovo spettacolo di e con Alessandro Riccio e Alberto Becucci che debutterà al Teatro di Rifredi domani, martedì 23 novembre alle 21.00, in replica fino a domenica 28 (giorni feriali ore 21.00, domenica ore 16.30). Un impresario è interessato alla Signora di San Frediano, vuole scritturarla per degli spettacoli. Riuscirà la debordante Bruna a contenere la sua vitalità esplosiva e non spaventarlo troppo? E sarà vero che un tempo calcava, da vera diva, gli scintillanti palchi della Versilia, e che usciva con Domenico Modugno e cantava con Aretha Franklin? Una commedia lirica e sboccata, amara e leggera, un viaggio nella turbinosa vita di una donna che incarna lo spirito popolare tra barzellette e versi immortali, piena di semplicità e saggezza ma soprattutto di musica, dai Platters a Gabriella Ferri (info e prenotazioni: 055/422.03.61 – www.toscanateatro.it).
Bruna nasce nel 2014, dal sodalizio artistico tra Riccio e Becucci con lo spettacolo “Bruna e la notte”. Da allora è andata in scena ininterrottamente finché, per rispondere alle richieste di chi voleva saperne di più su questa donna inusuale, scorbutica e fragile, non arriva l’idea di avventurarsi in un secondo capitolo della sua storia, con la produzione di Tedavì 98. “Bruna non è un personaggio, è una persona vera – dice Riccio – è un coacervo di dettagli di persone che ho conosciuto, da mia nonna a Carlo Monni. È una fiorentina vera, volgare, spesso grezza nelle sue manifestazioni più delicate. Ha quella tendenza a bubare e la genuinità caustica che era caratteristica di Monicelli e che è nel DNA della fiorentinità. E tuttavia c’è un’ambivalenza in lei, perché è in fondo anche dolce, intelligente, lucidissima quando meno ce lo aspetteremmo, e per questo stupisce sempre, in una spiazzante alternanza di registri. Franchino al contrario è timido e silenziosissimo, Bruna lo prende in giro definendolo pissero, insomma sono una coppia comica perfetta, divertentissima. In molti hanno paragonato Bruna ad Alda Merini, e alla Merini mi sono ispirato sia per la sua personalità che per la sua fisicità. Come lei, Bruna è una donna acuta e sensibile, e chi possiede queste doti non si ferma mai alla pura critica, ma cerca sempre di andare più a fondo”.
Le foto relative a “La seconda sorpresa dell’amore” sono di Luca Passerotti