Al Cantiere Florida il pluripremiato spettacolo della giovanissima formazione romana Fettarappa Sandri-Guerrieri, mentre al Teatrodante Eleonora Ciambellotti racconta curiosità e segreti di piazza Signoria
Senza alcun preavviso, Dio compare in un supermercato alla periferia di Roma e annuncia la fine del mondo. Ad ascoltarlo però c’è ben poca gente, e a prenderlo sul serio solo un giovanotto amorfo e sfibrato, fatalmente destinato ad essere il profeta della fine dei tempi. Accompagnato da uno svogliato angelo dell’Apocalisse, il giovane apostolo si fa strada nell’abisso peccaminoso della città, per annunciare ai suoi abitanti la fine imminente.
Questo è “Apocalisse Tascabile”, il pluripremiato spettacolo della giovanissima formazione romana Fettarappa Sandri / Guerrieri che andrà in scena giovedì 26 gennaio ore 21.00 al Teatro Cantiere Florida di Firenze (via Pisana 111R). Lavoro vincitore dei premi In-Box 2021, del Premio della Critica al Nolo Fringe Festival, del Premio Giurie Unite Direction Under 30 e del Festival Dominio Pubblico 2020, con Lorenzo Guerrieri e Niccolò Fettarappa Sandri, che ne firma anche la regia, “Apocalisse Tascabile” è il racconto smaliziato della società di oggi vista dagli occhi della Generazione Z: quando tra fine del mondo e vita quotidiana non c’è poi troppa differenza (info: www.teatroflorida.it). “Apocalisse Tascabile” è un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, specchio di una defunta condizione umana. Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da diverse prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine dei tempi è allora per loro un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita. Info e prenotazioni: www.teatroflorida.it, cantiere.florida@elsinor.net / prenotazioni@teatroflorida.it. + 39 055 71 35 357 / + 39 055 71 30 664. Prezzi: intero 15€ + d.p., ridotti: 12€ + d.p.
Un ciclo di appuntamenti per conoscere l’arte e l’architettura fiorentine, raccontate dagli addetti ai lavori. Questo è “Impara l’arte e mettila da parte… in teatro”, l’iniziativa promossa dal Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio(Piazza Dante 23, Firenze), nell’ambito degli eventi extra stagione a cura di Fondazione Accademia dei Perseveranti. Ospitata nel foyer del teatro in linea con la vocazione di luogo aperto alla cultura e ai cittadini, la rassegna voluta dal direttore artistico Andrea Bruno Savelli e curata dalla storica dell’arte Eleonora Ciambellotti continuerà giovedì 26 gennaio alle 18.00 con un pomeriggio dedicato a Piazza della Signoria. (ingresso gratuito).
“Per secoli l’arte ha costituito per i governi quello che oggi sono i programmi politici. Quando un nuovo amministratore saliva al potere per chiarire le sue posizioni faceva scolpire una statua”, spiega Ciambellotti, e continua: “Nell’appuntamento di giovedì proverò a sospendere nei partecipanti lo stupore per lo splendore artistico della piazza e insieme ci immedesimeremo in cittadini dell’epoca. Cosa intuiva chi passava di fronte alla Giuditta e Oloferne, o al Ratto delle Sabine? Se ci facciamo caso sono tutte immagini di poteri sedati, di rivoluzioni soppresse, che i governanti esponevano a monito per chi avesse osato contrastarli. Allo stesso modo si può guardare il David, voluto in quella posizione dalla Repubblica Fiorentina dopo aver cacciato i Medici. Con la restaurazione Cosimo I commissionò a Cellini il Perseo, anch’esso un chiaro messaggio intimidatorio per gli avversari. All’epoca estetica, politica, religione e cultura si fondevano in un’opera unica, e Piazza della Signoria parla di un’evoluzione di governo con l’evoluzione del modo di fare arte. A differenza di Piazza Santa Croce e di Piazza Duomo non è una piazza religiosa, ma politica”.
I partecipanti potranno anche scoprire dettagli nascosti e aneddoti curiosi. Ad esempio come fino agli ultimi anni del 1200, quando Arnolfo progettò Palazzo Vecchio, la piazza non esistesse e al suo posto ci fossero case torri e una chiesa, quella di San Pier Scheraggio, che venne prima ridotta e poi definitivamente inglobata dagli Uffizi, e i cui archi sono oggi visibili da via della Ninna.