In otto semplici punti tutte le critiche e le proposte dei residenti al Piano che sarà in discussione domani in Consiglio Comunale, mentre la Giunta potrebbe rivedere alcune posizioni
Non proprio un decalogo in senso stretto, ma otto punti precisi dai quali viene fuori tutta la preoccupazione del Coordinamento dei Comitati del Centro Storico per il Consiglio comunale di domani (ore 14.30 in videoconferenza) dove verrà presentato il nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico che contiene anche il famigerato “Piano dei Tavolini” per bar e ristoranti con la possibilità che dietro accordo con il condominio questi possano essere piazzati anche davanti ai portoni d’ingresso delle abitazioni. Palazzo Vecchio conferma che il Piano in aula verrà difeso con le unghie e con i denti ma pare di capire che la Giunta potrebbe rivedere alcune posizioni alla luce anche delle 46 proposte di emendamento presentate dalle minoranze di destra e sinistra.
Su una questione il Coordinamento è irremovibile: mettere tavolini anche davanti ai portoni dei palazzi con il via libera dei condominii, è una clausola molto grave per tre motivi: provocherà gravi attriti tra locali e residenti; sarà fonte di liti tra condomini e di controversie anche legali; in un Centro Storico in cui gli appartamenti sono prevalentemente usati a scopo turistico il provvedimento finirebbe per provocare ulteriori disagi ai veri residenti. L’assessore al Commercio Federico Gianassi su questo pare abbia dato rassicurazioni che la clausola verrà eliminata e perciò il Coordinamento esprime soddisfazione, ma ribadisce anche che la questione dei tavolini all’aperto è “strettamente collegata alla richiesta di rispettare finalmente il diritto dei residenti al riposo, obbligando gli esercizi pubblici a rispettare gli orari di chiusura e chiunque a rispettare l’ora del silenzio, oltre la quale devono cessare assembramenti e schiamazzi”; e a questo proposito il Coordinamento sottolinea che sia gli orari di chiusura dei locali sia l’ora di rispetto del silenzio sono già contenuti nelle disposizioni di legge e nel regolamento comunale di polizia municipale, ma che “ogni prescrizione di questo tipo finora è rimasta drammaticamente sulla carta, avvilendo il ruolo delle stesse istituzioni”.
Ma ci sono altri aspetti sui quali il Coordinamento vuol, far sentire pesantemente la sua voce: innanzitutto la richiesta di ripristinare la situazione pre-Covid, insieme con la ripresa dei pagamenti per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei locali, con l’obiettivo di non continuare a pesare sulla fiscalità generale a carico dei cittadini; poi le sanzioni contro i trasgressori delle regole previste dal nuovo piano, “prevedendo che non pochi locali (non tutti) preferiranno rischiare una multa pur di continuare a fare in ogni serata di apertura incassi ben superiori”; infine la preoccupazione per quello che in particolare accadrà nelle aree pedonali, “non ravvisando nelle anticipazioni del piano ricevute norme precise sui limiti che dovranno rispettare i locali, temendo che si ripetano le situazioni imbarazzanti vissute di recente, quando il passaggio in alcune strade e piazze era impedito perfino alle autoambulanze”.
Proprio in questo senso il Coordinamento conferma la richiesta di varare quanto prima la Ztl no stop in tutto il Centro e, al tempo stesso, a primavera sia ripristinata la Ztl estiva dalle 20 alle 3 della notte, in modo che i residenti possano beneficiare dei posti auto di nuovo ridotti per i tavolini e che altrimenti sarebbero occupati dai clienti di ristoranti e pub: oltre a chiedere che il Comune si adoperi per ribassare le tariffe notturne dei parcheggi pubblici e allestire un adeguato sistema di trasporto urbano. Il documento dei residenti riafferma la disponibilità al dialogo, “che sia però fattivo, nell’interesse della città nel suo insieme e di un Centro storico in cui si sappia far convivere bellezza, sicurezza e vivibilità e in cui la vocazione turistica, di giorno, e l’aspirazione a passare il tempo libero all’aperto, di notte, non demoliscano più la convivenza civile con chi in Centro abita e lavora”.
Contrario all’ estensione dei tavolini è il Comitato dei residenti di Santo Spirito che attraverso la portavoce Camilla Speranza chiede anch’esso “di tornare agli spazi originali pre Coronavirus, per la tutela dello spazio a uso pubblico e per la vivibilità dei residenti. Non solo è scandaloso che la città sia sempre sottomessa ad una unica categoria economica, ma è incredibile che il residente non sia più considerato parte integrante della città e del quartiere. Firenze non può più tornare ad essere una mangiatoia ed abbeveratoio a cielo aperto. Si ritorni a lavorare e ad alzare i toni all’ interno dei locali”.