Palazzo Vecchio sta lavorando a un nuovo piano che riduca le situazioni dove c’è stato un impatto eccessivo. Nardella: “Nulla può tornare come prima, né senza tavolini e né con la situazione attuale”. Per Cursano (Confcommercio) e Ferretti (Confartigianato Imprese) ritornare al pre-pandemia sarebbe un errore imperdonabile”
I tavolini all’aperto con tutta probabilità resteranno anche dopo il 31 dicembre, data di scadenza dell’emergenza da Covid così come fissata dal Governo. Le autorizzazioni concesse in questi mesi a ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie, sono state oltre 1.500, in tutte le zone della città e la diretta conseguenza è stata l’invasione in strade, piazze, vicoli e marciapiedi che ha messo a dura prova la possibilità di riuscire a camminare per chi voleva semplicemente fare due passi senza dover essere costretto a compiere veri e propri slalom tra camerieri, baristi, piatti che andavano e venivano da un lato all’altro della strada.
Con la fine dell’emergenza dovrebbero venire meno le autorizzazioni e la gratuità del provvedimento adottato a suo tempo dal Comune per aiutare gli esercenti ad affrontare la crisi causata dalla pandemia. E Palazzo Vecchio a questo riguardo si sta muovendo per redigere un nuovo piano che dovrebbe essere costruito nelle prossime settimane con la supervisione dell’assessore al commercio Federico Gianassi. Ad annunciarlo è stato lo stesso sindaco Dario Nardella in una intervista rilasciata a Lady Radio. “Stiamo lavorando ad un piano nuovo – ha detto – che ci consenta di far tesoro delle cose positive, i tavolini sono stati molto apprezzati, ma di ridurre quelle situazioni dove c’è stato un impatto eccessivo: è evidente che nulla può tornare come prima, né senza tavolini, né con la situazione attuale. Dovremo rivedere tutto, ma il tempo c’è, abbiamo due mesi e più per farlo”. Di più il primo cittadino non aggiunge, ma sembra di capire che ci saranno tagli sul numero di sedie e tavolini (e questo è un bene) mentre non ci si sbilancia su eventuali nuove tariffe agevolate.
Positive le reazioni a caldo delle associazioni categoria. Aldo Cursano presidente di Confcommercio Toscana e fiorentina sottolinea che la pandemia ha portato alla “riscoperta delle nostre città e di un nuovo modo di viverle: la possibilità concessa a tutti i pubblici esercizi di allestire uno spazio esterno per servire i clienti – e recuperare un po’ di quanto perduto a causa delle chiusure forzate – ha regalato un colpo d’occhio spesso vivace e accogliente alle nostre piazze, ben diverso da quel vuoto desolante e silenzioso che avevamo sperimentato nei mesi più duri della segregazione anti-pandemica”. Certo ammette Cursano “qualcuno se ne è approfittato e ha dilagato mettendo tavolini in ogni dove, su strade e marciapiedi, di fronte alle vetrine dei negozi e ai piedi dei monumenti. È chiaro che da questi eccessi si deve tornare indietro, ma per farlo basta ristabilire le regole. Tornare tout court alla “normalità” pre-pandemica, invece, spazzando d’un colpo quanto di buono è venuto fuori in questi mesi sul fronte dell’ospitalità, sarebbe un errore imperdonabile”. E conclude invitando a continuare “con questo nuovo modello di ospitalità “on the road”, che apre i locali alla città e nel segno dell’incontro toglie i confini tra spazi chiusi e spazi aperti”. Aggiunge Jacopo Ferretti segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze: “La concessione gratuita del suolo pubblico all’aperto per i tavolini e le sedie dei locali cittadini è stata una misura importante sia per incentivare l’economia in un momento di estrema crisi sia per garantire la sicurezza nel difficile contesto sanitario che abbiamo e stiamo ancora attraversando. Confidiamo quindi che l’agevolazione venga rinnovata e insieme regolamentata per il prossimo futuro”.