Dal primo aprile 3,50 euro per gli alberghi a 1 stella, 4,50 per i 2 stelle, 6 per i 3 stelle, 7 per i 4 stelle e 8 euro per i 5 stelle: 5,5 euro per l’extra alberghiero. Manovra da 25 milioni per far quadrare il bilancio 2023
Visitare Firenze dal primo aprile costerà caro ai turisti, anzi carissimo. E non si tratta di un “pesce”: 3,50 euro per gli alberghi a 1 stella, 4,50 euro per i 2 stelle, 6 euro per i 3 stelle, 7 per i 4 stelle e 8 euro per i 5 stelle, 5,5 euro per l’extra alberghiero (erano 4 euro al giorno) come Airbnb, per le residenze d’epoca a 7 euro al giorno. Lo prevede l’annunciata manovra del Comune che ha scatenato la reazione di tutte le associazioni di albergatori che giudicano l’aumento della tassa di soggiorno “inaccettabile e la porta ai livelli più alti in Italia, e tra i più cari di Europa”.
Il no di Assohotel Confesercenti Firenze, Federalberghi Firenze e della Sezione Industria Alberghiera di Confindustria Firenze è arrivato dopo l’ultimo incontro svoltosi a Palazzo Vecchio. “Firenze è la sola tra le città turistiche con i parametri per l’applicazione degli aumenti pronta a vararli da subito, per recuperare circa 20/25 milioni necessari per la copertura del bilancio 2023 — affermano le tre associazioni — l’applicazione delle nuove tariffe dovrebbe scattare dal 1 aprile, mettendo a rischio il sistema delle prenotazioni, considerando che un gran numero di camere sono state già vendute ai prezzi finora in vigore, cosa che potrebbe portare a contestazioni e cancellazioni. Venezia è a un massimo di 5 euro, ma con importi ridotti nei periodi di minor affluenza, e sconti a seconda delle zone in cui gli hotel sono ubicati; a Roma si pagano 7 euro per i 5 stelle e 6 euro per i quattro stelle” Che poi concludono: “In un momento così delicato, in cui il turismo esce da due anni di forti perdite subite dal Covid, si rischia di compromettere il complesso recupero del settore e dell’economia”.
Palazzo Vecchio ha annunciato gli aumenti utilizzando l’articolo 787 della legge di bilancio che dà facoltà ai Comuni di procedere, in base ai dati Istat sulle presenze turistiche annue qualora superino di venti volte il numero dei residenti, come accade per il capoluogo toscano. E poco importa se con le nuove tariffe, come hanno sottolineato la vicesindaca Alessia Bettini e l’assessore al bilancio Giovanni Bettarini, non saranno i fiorentini a pagare (aggiungiamo noi, ci mancherebbe altro…) e si potranno migliorare i servizi. Resta però la considerazione forse banale ma ormai sotto gli occhi di tutti che la città sta correndo ormai sempre di più verso un turismo riservato soltanto a chi può spendere, e tanto, per fruire della “grande bellezza”.
“Per non gravare sui fiorentini abbiamo deciso di chiedere un contributo ai turisti che visitano la città” sottolineano Bettini e Bettarini “Porteremo la delibera sull’imposta di soggiorno nella prossima giunta. La nostra città sta facendo uno sforzo importante sullo sviluppo per le infrastrutture di mobilità e per quelle per il turismo ed un esempio è la Fortezza da Basso con i suoi spazi espositivi e Firenze Fiera. Noi non riteniamo giusto che solo i fiorentini vadano a sostenere lo sforzo che fa una città come la nostra, che ospita turisti in numero di oltre 20 volte maggiore quello degli abitanti, e per questo abbiamo valutato, dopo averne discusso da tempo anche con gli albergatori, l’incremento dell’imposta di soggiorno, che come ricordiamo è a totale carico dei turisti. In questi quattro incontri con le categorie abbiamo illustrato le nostre idee sull’imposta di soggiorno anche alla luce del boom delle presenze turistiche della nostra città e ci siamo impegnati con loro a realizzare alcune misure a partire dalla lotta all’evasione fino alla stagionalità, che ci è stata proposta dagli albergatori stessi, e abbiamo concordato di favorire le presenze di carattere professionale e non prettamente turistiche per 7 giorni anche se non consecutivi”.