Dopo l’offensiva del patron Viola sul Franchi da abbattere arriva la dura risposta del sindaco di Firenze. Ma la relazione commissionata all’Università individua criticità nell’impianto che comunque possono essere superate: intanto monta il coro dei “No” alla demolizione
Alle porte coi sassi. Anche se questi hanno una dimensione di pochissimi centimetri quadrati, fatti però opportunamente vedere nel corso di una intervista televisiva.
Rocco Commisso torna pesantemente sulla vicenda del restyling del Franchi e subito dopo l’incontro di ieri con il sindaco Dario Nardella lancia l’offensiva finale arrivando a dire “Voglio distruggerlo tutto e ricostruirlo come voglio io. E se non mi fanno fare quello che voglio con i miei soldi se lo possono anche tenere. Il Franchi non è il Colosseo o Palazzo Vecchio. Vogliano fare una cosa bella, moderna, che dia bellezza alla città. Se non si può fare al Franchi allora c’è sempre Campi. In un paese normale me lo farebbero buttare giù, proprio come hanno fatto in Germania e Inghilterra”.
Parole che hanno suscitato l’irritazione del primo cittadino fiorentino che oggi ha provato a stemperare rispondendo però in maniera decisa al patron Viola a margine della presentazione della edizione numero 18 di Corri la Vita. “Non commento – ha detto Nardella – le parole di Commisso, posso solo dire che la riunione di ieri è stata molto operativa ed è andata abbastanza bene. Noi aspettiamo che la Fiorentina presenti entro due mesi il progetto preliminare che insieme consegneremo al ministro. Ho garantito a Commisso e alla Fiorentina che mi impegno in prima persona. Noi siamo tranquilli, siamo sicuri di quello che stiamo facendo. Il Parlamento ha fatto un grandissimo lavoro, ha fatto una norma ad hoc per gli stadi italiani che sono in condizioni difficili come il Franchi. Lo ha fatto evidentemente perché si parla dello stadio nuovo a Campo di Marte. Commisso oggi è a Campi? E’ libero di fare quello che vuole. Noi siamo qua e continuiamo a lavorare”.
Le condizioni di Commisso sono sempre le stesse: totale controllo sull’impianto, costi ragionevoli e rapidità di esecuzione dei lavori. Ma gli scenari mutati, soprattutto dopo l’approvazione del cosiddetto emendamento “sblocca-stadi” che conferisce più poteri ai sindaci e meno alle Soprintendenze, non gli devono essere bastati molto. E così è partito l’attacco.
Parallelamente è arrivata la relazione commissionata dal Comune all’Università di Firenze all’indomani della delibera dell’11 agosto 2020 sulla riqualificazione dell’area di Campo di Marte sulle condizioni di staticità e vulnerabilità sismica dello stadio. E dallo studio emerge una situazione molto critica in due punti centrali: il primo è che lo stadio è stato fruibile in questi anni grazie agli interventi del comune che negli ultimi 10 anni ha speso una media di 600mila euro per consentire lo svolgimento delle partite, il secondo è che l’impianto necessita di un intervento profondo e straordinario per quanto riguarda la sicurezza che il comune farà nell’immediato con un ulteriore investimento di 800 mila euro.
Naturalmente ciò non significa che fino a questo momento le partite della Fiorentina non si siano svolte in modo più che sicuro. “Il Franchi – ha aggiunto Nardella – è una struttura di 90 anni in cemento armato sulla quale il Comune ha investito molto negli ultimi dieci anni, per consentirne la fruzione. Se dobbiamo però immaginarlo per i prossimi 90 anni non possiamo più permetterci di andare avanti così. Come suggerisce lo stesso studio dell’Università di Firenze per una soluzione definitiva sulla sicurezza e sulla stabilità dello stadio occorre un intervento straordinario e profondo”. Aggiunge l’assessore allo sport Cosimo Guccione: “Questa relazione – incoraggia fortemente il progetto di restyling per avere un nuovo stadio Franchi. In gioco non c’è solo renderlo più funzionale, ma anche più sicuro per i prossimi anni”.
Di demolizione del vecchio Comunale non vuol sentire parlare Giancarlo Fianchisti, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze: “La messa in sicurezza – spiega – e l’adeguamento sismico sono assolutamente possibili. Ma per lo stadio credo sia necessario altro, un progetto complessivo sulla viabilità e la garanzia di poterlo raggiungere in maniera adeguata e sicura. Sono necessari posti auto, tramvia, soluzioni sulla viabilità e anche un parcheggio interrato se ci sono le condizioni giuste. L’importante è fare un progetto integrato: è inutile fare uno stadio bellissimo, quando fuori è un disastro”.
Per Roberto d’Ippolito, presidente presidente della fondazione “Politica, Ora!”, “Il Franchi non possiamo demolirlo: è nostro dovere valorizzarlo e riqualificare la zona circostante anche con un concorso internazionale di idee che è stato annunciato, ma mai davvero realizzato. E’ il momento di farlo. La discussione in corso, anche le proposte di modifica della legge, devono andare in un’unica direzione: tutelare il bene architettonico. Capiamo le esigenze economiche, ma queste non possono passare sopra a un simbolo della nostra città”.