I tifosi: “Basta col teatrino della politica. Non è possibile che il Franchi non possa essere messo a posto”. Il dirigente viola: “Se non si possono fare lavori importanti dobbiamo andare da un’altra parte”
Articolo aggiornato alle 8.43
Sono arrivati in oltre 2.000 con sciarpe e ruspe, provenienti dal Ponte a Greve, i tifosi della Fiorentina che hanno percorso le vie principali della città in macchina e in motorino e poi sono confluiti davanti all’ingresso della Maratona, sotto la Torre, per manifestare così la loro rabbia per la vicenda stadio che si trascina ormai da mesi senza trovare una apparente soluzione definitiva e con i Viola che paiono sempre più orientati a scegliere Campi Bisenzio nuova sede per l’impianto che dovrà ospitare le futura gare casalinghe di campionato dei Gigliati.
“Questo è solo l’inizio – hanno ribadito i tifosi riferendosi alla manifestazione organizzata -. Perchè questo dello stadio è un teatrino che va avanti da dieci anni e noi ci siamo stufati. Siamo qui davanti allo stadio, dove siamo nati, dove ci hanno portato da bambini, dove abbiamo sofferto, dove abbiamo visto vincere quelle poche coppe. E non è possibile che non possa essere rimesso a posto“.
Dal vicinissimo Centro Astori ha fatto capolino Joe Barone che è salito su una pedana ricavata da un autocarro e ha ribadito per l’ennesima volta che lo stadio Franchi è la Casa della Fiorentina ma che se non si dovesse trovare una soluzione che accontenta la proprietà si esplorerebbero le altre opzioni peraltro già annunciate da Rocco Commisso durante l’ultima videoconferenza stampa da New York. Dunque il trasferimento a Campi Bisenzio.
“Avete dato un messaggio molto molto importante per tutti noi – ha detto Barone -. E’ molto emozionante essere qui oggi. Il messaggio è chiaro da parte della Fiorentina. Se si possono fare degli interventi su questo stadio che è qui ed è la nostra casa questo diventa il nostro stadio, questo l’abbiamo sempre detto. Ovviamente se qui non si può fare niente, se la legge non cambia, se non si possono fare dei lavori importanti dobbiamo andare da un’altra parte e sappiamo tutti quale“.