Ecco i risultati del percorso partecipativo che ha coinvolto quasi 60mila persone, in presenza e via digitale. Fra le richieste all’amministrazione scelte coraggiose, rigenerazione urbana, ripensare la città con chi la abita
I Fiorentini sono capaci di guardare al futuro con spirito di innovazione, attitudine al cambiamento e voglia di partecipare attivamente alla gestione della città di domani. La prossimità non è solo uno slogan ma un valore che si è fortemente radicato nell’opinione pubblica, unita dal vissuto collettivo del lockdown. I quartieri e soprattutto i rioni emergono come la rinnovata dimensione della qualità della vita, della vivibilità e della coesione. Coesione che è il criterio che deve guidare la distribuzione capillare delle funzioni urbane: la residenza, gli spazi pubblici e le aree verdi, i servizi, il tessuto commerciale, la mobilità dolce.
Sono i risultati più significativi di “Firenze Prossima”, il percorso partecipativo avviato dal Comune in vista del nuovo piano strutturale e piano operativo. La presentazione finale si è svolta nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio alla presenza per motivi di contingentamento soltanto di addetti ai lavori (giunta, direttori dell’amministrazione, consiglieri comunali e di quartiere, rappresentanti dei Comuni dell’area metropolitana e delle Città metropolitana e dei corpi intermedi). Sociolab e Lama hanno illustrato i risultati al sindaco Dario Nardella, al vicesindaco con delega alla partecipazione Alessia Bettini, all’assessore all’urbanistica Cecilia del Re e ad Alfredo Esposito, responsabile pianificazione strategica e attuazione del programma di mandato.
“Durante la pandemia – ha detto Nardella – abbiamo capito quanto sia importante lo spazio in generale: oggi il cittadino ha più bisogno di più spazio pubblico e più spazio privato perché lo spazio è la cifra della libertà di movimento, di azione, di relazione, di lavoro e di utilizzazione del proprio tempo. Dopo la pandemia abbiamo anche capito come sia necessario accelerare sul concetto di città policentrica. Vogliamo poi proseguire nel lavoro della Grande Firenze perché tutto il territorio possa essere indirizzato nella stessa direzione. Coltiviamo il sogno di lasciare a fine mandato una città in cui tutti gli spazi sono stati ripensati o sono in fase avanzata di cambiamento”.
Il percorso si è articolato attraverso 10 iniziative pubbliche in presenza, 6 online, 3 focus group con Categorie Economiche, sindacati e Ordini professionali, 1 incontro con i Comuni contermini, 15 incontri interni all’amministrazione, 1 laboratorio di innovazione urbana con gli studenti universitari. Grazie agli strumenti digitale sono state raggiunte 58.500 persone, 508 persone sono state invece coinvolte dal vivo, 1.700 contributi sono arrivati grazie alla mappa interattiva e ai punti di ascolto ai Quartieri. “Ogni proposta arrivata “– ha rilevato l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re – si è tradotta anche in un gesto di memoria rispetto a ciò che negli ultimi mesi abbiamo vissuto e che ha anche cambiato il nostro modo di vivere la città e gli spazi urbani. Dagli spazi della casa da ripensare al valore degli esercizi di vicinato; dalle aree pedonali e le zone verdi ai presidi sanitari diffusi sul territorio. Un percorso che oggi si chiude, ma che rappresenta l’inizio di quella fase intensa di lavoro che ci porterà ad adottare a fine anno il nuovo piano strutturale e piano operativo della Città di Firenze, facendo tesoro delle proposte emerse in questi 100 giorni”.
Ma ecco gli input dati dai cittadini. Il primo è la suggestione di una Firenze senza auto, uno scenario che emerge non solo come auspicabile ma anche come unica soluzione ai problemi di traffico e inquinamento. Nella consapevolezza della necessità di un periodo di transizione, i partecipanti si aspettano scelte coraggiose da parte dell’amministrazione, da accompagnare e supportare potenziando la ciclabilità, il trasporto pubblico e il ripensamento del sistema della sosta. Al secondo posto c’è la rigenerazione urbana vista come una strategia diffusa, che mette al centro le strade: nuovi spazi da ridisegnare in funzione della qualità, della socialità rionale e della sicurezza dei pedoni. Al tempo stesso non manca l’attenzione ai contenitori dismessi, rispetto ai quali è condivisa la raccomandazione a progettare interventi di recupero che siano equilibrati nelle funzioni e diano nuovi spazi – anche abitativi – e servizi ai residenti. Altro punto importante è ripensare la città, che significa farlo con chi ci abita, valorizzando la voglia di esserci e di fare: da qui l’invito dei cittadini e delle associazioni di tutti i quartieri a sviluppare pratiche partecipative permanenti e strumenti collaborativi innovativi, superando le criticità di quelli esistenti, a partire dal regolamento per la gestione dei beni comuni.
“Quelli di Firenze Prossima sono numeri importanti, che danno una rappresentazione concreta del coinvolgimento della città in questo percorso, in un momento complicato come quello post pandemico che abbiamo attraversato. – ha detto la vicesindaca Bettini -. Per noi la partecipazione non è un mero esercizio retorico ma un modello di amministrazione condivisa in cui crediamo. È emersa tra le altre cose la voglia e la necessità della cittadinanza di avere luoghi e opportunità in cui avere informazioni e partecipare: questo è un segnale molto forte che ascolteremo e a cui daremo continuità”.