Dopo l’ennesimo stop alla variante di Grassina a causa dell’istanza presentata dalla ditta arrivata seconda nella gara di appalto, esplode la rabbia dei primi cittadini interessati e del sindaco metropolitano Nardella: “Abbiamo preso un impegno con le nostre comunità, faremo di tutto per mantenerlo”
Stufi dei continui ricorsi al Tar, alimentati – dicono – “da una burocrazia soffocante e da un sistema normativo inestricabile”. Un’affermazione dura quella dei sindaci Francesco Casini (Bagno a Ripoli), Paolo Sottani (Greve in Chianti), Alessio Calamandrei (Impruneta) e del sindaco metropolitano Dario Nardella che ben si adatterebbe alla vicenda della realizzazione della nuova Cittadella Viola sui cui pende l’esito di un ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale da Italia Nostra. Ma questa volta il calcio non c’entra per niente perché l’oggetto del contendere è la variante alla Sr 222 – Via Chiantigiana nel tratto tra Ponte a Niccheri e Ghiacciaia. l’infrastruttura che dovrebbe collegare la parte bassa e alta della Chiantigiana bypassando l’abitato di Grassina, in territorio di Bagno a Ripoli.
La ditta seconda arrivata nella gara per l’aggiudicazione dei lavori, la società Polistrade Costruzioni Generali S.p.a, ha chiesto l’annullamento dell’esito rivendicandone l’assegnazione e chiedendo in alternativa l’annullamento di tutta la procedura. L’impresa Rosi Leopoldo S.p.a., costituita in RTI (Raggruppamento temporaneo d’imprese) con Consorzio Stabile Toscano S.c.a.r.l., Endiasfalti S.p.a. e La Calenzano Asfalti S.p.a. nei mesi scorsi aveva vinto l’appalto. La Città Metropolitana di Firenze, insieme ai Comuni di Bagno a Ripoli, Greve in Chianti e Impruneta si costituiranno in giudizio nell’ambito del procedimento a difesa dell’iter amministrativo.
“Un’opera prigioniera della burocrazia, ecco ancora una volta come appare oggi la Variante alla Chiantigiana – dicono tutti insieme -. Il ricorso contro l’aggiudicazione dei lavori da parte della ditta seconda arrivata – dichiarano rischia purtroppo di far slittare ulteriormente i tempi per la ripresa dei lavori. È una doccia fredda che arriva proprio alla vigilia della ripartenza dei cantieri. Una notizia che non avremmo mai voluto dare ai cittadini di Grassina e del Chianti, che aspettano quest’opera da decenni”.
Destino complicato quello della variante la cui storia nel corso degli anni è stata lastricata di fallimenti, contenziosi giuridici civili e amministrativi, gare di appalto riscritte e ribandite, adeguamenti a modifiche normative. “Proviamo grandissima amarezza e sconforto – proseguono – ma abbiamo piena fiducia nella correttezza dell’iter amministrativo e nel lavoro svolto dalla Commissione di gara che nonostante le difficoltà legate al Covid, aveva individuato in tempi brevi l’impresa per riaprire i cantieri quanto prima”. I sindaci si guardano bene dall’entrare nel merito del contenzioso ma ribadiscono la necessità di una riflessione generale sul sistema di realizzazione delle opere pubbliche e anche sui continui conflitti tra le aziende che partecipano alle gare finendo così per intasare le aule dei tribunali amministrativi. “Questo nuovo ricorso – concludono – è l’ennesimo segno che qualcosa deve velocemente cambiare nel nostro Paese. Ci chiediamo come sarà possibile realizzare 209 miliardi di opere finanziate dal Recovery Fund se esistono casi come questo. Bene che il ministro Giovannini stia lavorando per semplificare le norme sugli appalti; il governo deve intervenire subito perché il tema dei ricorsi facili al Tar ci fa perdere tempo e denaro. Abbiamo preso un impegno con le nostre comunità, realizzare la Variante, e faremo di tutto per mantenerlo”.