Un mese dopo l’impegno preso in Consiglio, la vicenda del piccolo fiorentino cancellato dall’anagrafe assieme alla madre non si è ancora risolta. Bundu e Palagi: “Questione politica, nessuno scarichi le responsabilità sugli uffici”
“Ci avevano garantito che almeno per il bambino la vicenda poteva ritenersi conclusa. Un risultato parziale che non comprendeva la madre ma per il quale poter tirare un sospiro di sollievo sul fronte dei diritti dell’infanzia. Invece abbiamo saputo che tutto è stato bloccato”.
C’è molta amarezza e anche rabbia nelle parole di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, consiglieri di Sinistra Progetto Comune, per la svolta inattesa nel caso del bambino fiorentino cancellato dall’anagrafe del comune assieme alla mamma (https://www.lamartinelladifirenze.it/restituita-la-residenza-al-piccolo-fiorentino-cancellato/). Un mese fa circa in Consiglio l’assessore Federico Gianassi, rispondendo in vece dell’allora vicesindaco Cristina Giachi assente per la partecipare alla prima riunione del nuovo Consiglio Regionale dove era stata eletta, aveva assicurato lo sblocco della situazione almeno per quanto riguardava il piccolo.
Invece, secondo i due esponenti di minoranza così non è andata: per questo chiederanno conto alla Giunta con una domanda di attualità che presenteranno nel consiglio comunale di lunedì prossimo ancora in video conferenza. “Senza residenza – spiegano – non c’è diritto alla salute, all’istruzione e non ci sono nemmeno doveri a cui poter far fronte. Si tratta di una vicenda vergognosa. Anche perché esattamente un mese fa la Giunta ci aveva detto che la vicenda poteva considerarsi risolta almeno per il bambino. Ora invece siamo venuti a sapere che tutto sarebbe bloccato. La questione è politica, nessuno si provi a scaricare le responsabilità sugli uffici. Denunciamo da anni che sulle residenze e le iscrizioni anagrafiche occorre superare uno stallo anticostituzionale che offende la dignità umana. Lo ha fatto la sinistra di opposizione nelle consiliature precedenti e lo abbiamo fatto come Sinistra Progetto Comune in questo anno e mezzo”.
Madre e piccolo hanno raggiunto il padre che vive in una casa del Comune senza esserne titolato pagando però regolarmente il canone d’affitto. “Per legge – concludono – non sarebbe possibile trovare una soluzione. Mamma e figlio infatti si sono trasferiti senza poter spostare la residenza. In piena pandemia Covid-19, nonostante il Consiglio avesse chiesto di bloccare le cancellazioni per non reperibilità, il Comune ha verificato che non abitavano più all’indirizzo precedente e ha proceduto a “rimuoverli” tra la popolazione ufficiale presente sul territorio. Inutile dire di avere attenzione per la vita e i bisogni delle persone se poi una vicenda come questa rimane irrisolta”.