Nella Sala Zeffirelli del Teatro del Maggio la mostra dal concorso bandito da Alia sulla salvaguardia del pianeta che ha visto la partecipazione di un centinaio di giovani artisti
Con un logo esemplificativo della creatività e del riuso dei materiali, con caratteri diversi incorniciati, Alia aveva invitato, lo scorso mese, le artiste e gli artisti italiani o residenti in Italia, che non avessero ancora compiuto i 29 anni alla chiusura del concorso, a misurarsi sul grande tema della salvaguardia del pianeta, della sostenibilità ambientale, del riciclo, riuso e recupero della materia, della valorizzazione degli scarti che ogni giorno produciamo nelle nostre case che, se ben differenziati e valorizzati attraverso una moderna rete impiantistica, possono avere una seconda vita e tornare ad essere utili limitando il nuovo spreco di risorse, inquinamento, emissioni. Questo concorso ha dato vita a 30 opere nate dalla creatività di questi giovani artisti è adesso diventato una mostra dal titolo ” Second life: Tutto torna” visibile fino al 23 gennaio nella sala Sala Zeffirelli del Maggio.
“Dare una seconda vita a ciò che buttiamo – ha detto l’assessore all’ambiente Cecilia Del Re – è davvero il senso della Città circolare che vogliamo realizzare con il nuovo piano dei rifiuti in dirittura d’arrivo. Si tratta di differenziare per trasformare i rifiuti in risorse, vere e proprie miniere urbane dalle quali ottenere valore e non scarto. La mostra di oggi rappresenta la trasposizione artistica di questa visione e contribuisce al meglio, con il coinvolgimento di giovani creativi, a diffondere la necessità di un passaggio, sicuramente non indolore perché richiede di cambiare le proprie abitudini, ma che ci consentirà di entrare con decisione nella fase di transizione ecologica”.
Sono circa 100 coloro che si sono misurati sul tema del bando, utilizzando qualsiasi strumento espressivo, dalla pittura al video, dalla scultura all’installazione, al ricamo, impegnando elementi tra i più disparati come tessuti, vetro, cemento, ma anche sapone di Marsiglia, e piante. Una prima giuria di tecnici ha selezionato i trenta finalisti e un’altra giuria i tre vincitori, indicando anche tre menzioni speciali. I primi tre vincitori sono: Mariarita Ferronetti, classe 2000, con l’opera No one should die for fashion, realizzata con la pratica del ricamo, lancia un grido d’allarme sull’impatto del fast fashion. Miriana Di Martino con il progetto video Sub Respiro focalizza l’attenzione sull’impatto degli imballaggi nell’ambiente. Alice Bertolasi ha proposto un’installazione dal titolo ‘Tensioni attive’, realizzata attraverso reazioni chimiche. “L’arte e la bellezza si coniugano perfettamente con la sostenibilità ambientale – ha sottolineato l’assessore Guccione – per questo tanti giovani artisti hanno scelto di interrogare la loro vena creativa sul rapporto con la sostenibilità, uno dei valori di massima attenzione del nostro tempo. Declinata in campo ambientale, sociale ed economico, è l’obiettivo a cui l’Agenda Onu 2030 assegna un imperativo profondo: «Soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura»”.