Flash mob questo pomeriggio in piazza Signoria di Non una di meno, insieme a organizzazioni femministe e transfemministe, per protestare contro la decisione di toglierli dalla fontana della Santissima Annunziata: “Il decoro non giustifica la cancellazione della memoria dei femminicidi”
Flash mob questo pomeriggio in piazza Signoria di Non Una di Meno – Firenze insieme a donne, persone trans, femministe e transfemministe che ormai da un anno ogni 8 marzo si ritrovano in piazza Santissima Annunziata per ricordare le donne uccise per mano di un marito, di un compagno, di un fidanzato oppure di familiare. A scatenare la protesta è stato proprio questo 8 marzo la decisione della Municipale di rimuovere i lucchetti e i fazzoletti fucsia (pañuelo) che riportano il nome e la data in cui la vita di una donna è stata interrotta da un atto violento. Una decisione incomprensibile dal momento che la stessa azione viene ripetuta in molte città d’Italia, per rendere visibile il fenomeno della violenza sulle donne.
“I lucchetti – spiegano – sono stati simbolicamente scelti proprio perché richiamano le coppie innamorate, che li attaccano su ponti e grate, ma ormai sappiamo che proprio nella coppia e nell’ideale dell’amore romantico si annida la violenza: la gran parte dei femminicidi sono infatti casi di violenza domestica. A Firenze in piazza Santissima Annunziata l’8 marzo c’erano più di 120 lucchetti e pañuelos. La mattina dopo non c’erano più: erano stati rimossi dai vigili urbani, armati di flessibile. Oggi abbiamo scelto di essere sotto il consiglio comunale, nello stesso momento in cui in aula un Question time domanda chi e perché ha rimosso quei lucchetti. Perché la violenza vissuta da una ci riguarda tutte. Perché il decoro non giustifica la cancellazione della memoria dei femminicidi. Perché siamo sempre noi ad essere considerate indecorose: troppo libere, troppo silenziose, troppo svestite, troppo pudiche, troppo irriverenti. Anche da morte. Anche quando un lucchetto ricorda che siamo state uccise”.
E poi continuano: “Crediamo che una città sia costruita e trasformata prima di tutto da chi la vive. Crediamo che il governo di questa città debba formalizzare l’installazione in piazza Santissima Annunziata come tributo di memoria, cura e lotta alle vittime di femminicidio, e tributo a tutte coloro che lottano ogni giorno per sopravvivere alla violenza maschile sulle donne. Oggi alziamo il nostro grido altissimo e feroce per tutte coloro che più non hanno voce. Oggi facciamo irruzione nel decoro della città con i nostri corpi. Non vogliamo essere decorose, vogliamo essere vive. E finchè la violenza maschile continuerà a spezzare le nostre vite, non smetteremo di essere furiose, indecorose e libere”.