L’esortazione della presidente dell’Ordine Gulino agli insegnanti: “Non calcate la mano con compiti e verifiche subito dopo l’estate”
“Migliaia di studenti toscani tra scuole dell’infanzia, primarie e superiori possono incorrere ogni anno nella sindrome da rientro sui banchi. È uno stress che diventa malessere fisico e psicologico, da contrastare con la gradualità degli impegni”. Lo dice Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.
La fine delle vacanze estive e il ritorno a scuola possono infatti determinare disturbi come mal di pancia, sonno agitato, scarso appetito e, nei casi più gravi, veri e propri stati di ansia e di ritiro. “Invece la scuola – argomenta Gulino – deve essere vissuta come l’opportunità di riprendere la propria vita con gli altri, di tornare a socializzare, di imparare, di crescere”.
Per non rendere eccessivamente traumatico questo passaggio, sostiene la presidente, serve inizialmente una via di mezzo tra i tempi dilatati delle vacanze e quelli stringenti di compiti o verifiche. “Agli insegnanti – continua – chiediamo di non affollare di impegni il diario degli studenti, per fare in modo che riprendano confidenza con i nuovi ritmi. La calma, nelle prime settimane, è fondamentale”.
Un’altra potenziale fonte di stress è quella legata all’approccio con una realtà sconosciuta: “Pensiamo ai piccoli che vanno all’asilo, ma anche a chi passa in prima elementare o dalle elementari alle medie, fino alle superiori. Le famiglie hanno un compito cruciale, accanto agli insegnanti: devono trasmettere serenità ai figli, conducendoli in un passaggio il più possibile morbido alla nuova dimensione della loro vita. La scuola, insomma, è davvero un luogo che può e deve generare benessere, non ansia: “La pandemia, con la mutilazione dei rapporti che ha prodotto, ce l’ha insegnato. È nel contatto con gli altri che stiamo meglio. Accanto a questo – conclude – permettere allo psicologo di stare dentro le scuole consente di fare prevenzione attiva, grazie all’ascolto e al dialogo, strumenti che restano i più incisivi per una sana crescita”.