“Nella piazza non c’è un problema movida, ma di ordine pubblico. E la piazza è ostaggio di persone arroganti che privatizzano un luogo pubblico che è di tutti. Pretendo che la legalità sia fatta rispettare”
Cento uomini in più da affiancare alle forze gia schierate dalla Municipale. A margine della conferenza stampa di presentazione della nuova linea della tramvia, che tra tre anni dovrebbe collegare piazza Libertà con lo stadio e Rovezzano, il sindaco Dario Nardella torna su quella che ormai è stata definita la “notte dello sfregio” Santo Spirito, quando tra venerdì e sabato un gruppetto non meglio identificato ha dato vita a una manifestazione non autorizzata culminata con l’accensione di fumogeni sul sagrato della Basilica.
Nardella insomma chiede più Polizia e Carabinieri (50 + 50) perché in Piazza Santo Spirito “non c’è un problema movida ma di ordine pubblico”. “I residenti – continua – hanno ragione da vendere quando si assiste a situazioni di illegalità o a problemi di pubblica sicurezza. Ma non mi si venga a dire che le immagini dei fumogeni e degli striscioni sono un problema di movida. Ci sono dei gruppi di antagonisti, di persone arroganti che privatizzano un luogo pubblico che è di tutti. Quindi è un problema di pubblica sicurezza e da sindaco pretendo che la legalità sia fatta rispettare”.
Un chiaro richiamo è sembrato di capire anche al prefetto Laura Lega che presiede il Comitato provinciale per la sicurezza e di fatto coordina le forze dell’ordine in città. Tanto che Nardella un attimo dopo annuncia l’intenzione di portare alla prossima riunione del Comitato proposte precise. “Io ringrazio il lavoro di Polizia e Carabinieri sia chiaro, ma visto che il Comune dalle 19.30 alle 7.30 del mattino seguente impiega 50 vigili urbani per la notte in centro, mentre dopo le 1.30 restano solo sei pattuglie di altre forze dell’ordine, proporrò che vi siano altrettanti poliziotti e carabinieri per garantire il controllo del territorio in città”.
Quanto alla malamovida, secondo il primo cittadino fiorentino, è un problema che attanaglia anche altre città italiane. E cita il caso di Milano dove oggi il Corriere della Sera ha dedicato quasi due pagine alla questione: “C’è un problema anche di ‘educazione’ – ha concluso -. Chiediamo in tutto questo dove sono la scuola e le famiglie, apriamo un dibattito su questo, perché non me la sento di buttare la croce addosso ai proprietari dei locali, che stanno lottando con le unghie e con i denti per non licenziare i propri dipendenti, e con i quali anzi stiamo dialogando”.