Insoddisfatto per la smentita della stessa Del Re sul rilancio dell’ipotesi del passaggio della tramvia in piazza Duomo, il primo cittadino le ha tolto fiducia e deleghe. “Conflitto insanabile, è esplosa una vera bomba politica”
Cecilia Del Re non non fa più parte della giunta Nardella. Dopo una notte di riflessione il sindaco Dario Nardella – rimasto martedì molto insoddisfatto per la smentita della stessa Del Re sul passaggio del tram al Duomo, come da lei ipotizzato, che il primo cittadino le aveva chiesto prima in una tesa riunione di giunta in mattinata, poi con una nota a metà pomeriggio – le ha tolto fiducia e deleghe all’urbanistica, Coordinamento progetti Recovery Plan, Piano di gestione Unesco, Innovazione tecnologica, Sistemi informativi e Smart city . “Ho preso una decisione difficile e sofferta dopo le dichiarazioni di Del sul passaggio della tramvia in Duomo. Ho appena firmato la revoca delle deleghe di Del Re che mi attribuirò” ha detto Nardella ai giornalisti chiamati in Palazzo Vecchio.
“Sono molto amareggiato – ha continuato il primo cittadino fiorentino – ma è esplosa una vera bomba politica e si un tema come questo non ci può essere ambiguità. Aver messo in discussione questo tema significa aver aperto conflitto insanabile. Ne ho parlato in giunta e chiesto una smentita inequivocabile e netta. Ritengo che questa smentita, nonostante le scuse, non ci sia stata. Mettere in discussione una posizione così importante non è compatibile col nostro governo e con il sistema tranviario. Affidabilità, sincerità e coerenza sono valori indispensabili per me da nove anni in giunta. E dobbiamo rispondere ai fiorentini, non posso tradire il mandato cittadino fino all’ultimo giorno del mio governo. Mi assumo responsabilità politica e istituzionale di questa decisione. Terrò le deleghe finché è necessario tenerle. La decisione è tutta mia”. Alla domanda dei cronisti che affollavano la sala di Lorenzo su possibili ripercussioni in Consiglio comunale e nel Pd, Nardella ha risposto: «Io ho deciso e le mie decisioni prescindono da queste valutazioni. Ogni valutazione politica è libera e legittima. Se non ci saranno le condizioni politiche, se qualcuno riterrà che non ci siano, sono pronto a rimettere il mandato. Io porto avanti il mandato datomi dai fiorentini».
E il sindaco parla anche dei rapporti con il Partito Democratico. “Ho informato – dice – i vertici del partito regionale e provinciale e locale. Stiamo parlando di Firenze, non del governo nazionale, stiamo parlando del riassetto della giunta. Non ho mai, in questi nove anni, informato i segretari nazionali delle mie scelte. Ho detto che mi assumo la responsabilità politica e istituzionale di questa scelta, non voglio caricare il partito di una decisione che deve essere del sindaco, come è scritto nelle leggi, poi se il partito vorrà esprimere la propria opinione lo farà”.
Poi è tornato sulla tramvia. “Ho letto nelle dichiarazioni di ieri sera dell’assessora Del Re come in qualche modo le sue posizioni fossero state fossero collegate alla mozione Schlein. Io posso dire che il prolungamento della tramvia di qualche centinaio di metri da piazza San Marco non ha niente a che vedere con il passaggio della tramvia da piazza del Duomo perché nel nostro assetto Piazza San Marco rimane con Piazza Libertà l’asse centrale dell’ingresso a nord del centro storico. Il passaggio dal Duomo sarebbe uno sconvolgimento dell’assetto tramviario e non un semplice addendum alla staffa di via Martelli: vorrebbe dire rimettere in discussione tutto con i cantieri già aperti sulla linea Vacs, Fortezza, Libertà e San Marco, e io non posso bloccare e tutto tornare indietro, ma credo anzi che sulla tramvia si debba andare avanti”.