Tramvia: F.Italia, FdI, Lega e M5S all’attacco su Sirio a Bagno a Ripoli e pali alla stazione di Santa Maria Novella. Giorgetti: “Bloccare il progetto farebbe perdere 80 milioni di finanziamenti”
Pronti a rivolgersi all’Unesco e anche alle Nazioni Unite per rimediare allo scempio dei pali della tramvia che deturpano la stazione di Santa Maria Novella e impediscono ai viaggiatori di ammirare l’abside della Basilica non appena usciti dallo scalo ferroviario. Parola delle opposizioni di Palazzo Vecchio che, da destra a sinistra, tornano prepotentemente all’attacco dopo aver presentato le osservazioni al progetto della linea 3.2 che dovrebbe collegare la città (da piazza della Libertà) a Bagno a Ripoli.
“Con la nostra iniziativa – spiegano Jacopo Cellai e Mario Razzanelli (F. Italia), Federico Bussolin (Lega), Alessandro Draghi (FdI) e Roberto De Balsi (M5S) – il progetto 3.2 può già dirsi bloccato e la tanto richiesta pausa di riflessione rischia davvero di diventare realtà e, finalmente, potremmo studiare soluzioni alternative e meno impattanti per Firenze. Le parole di Nardella non rispecchiano quelle di un Sindaco della città. Non solo propone a Firenze un progetto a scatola chiusa, ma il nervosismo che dimostra lascia adito ad altri pensieri. Cosa c’è dietro la realizzazione della tramvia, anche quando il tracciato si rivela essere palesemente dannoso per la città? Vorremo sapere, a questo punto, quanto è stretto il cappio per Firenze: l’importante è far bene, mentre a detta dell’amministrazione la priorità sembrano essere i finanziamenti. Aver conquistato la maggioranza dei voti non implica la libertà di azione totale. In democrazia esistono processi partecipativi, valutazioni tecniche razionali, giudizi critici ed esiste l’opposizione che non farà a meno di ricordare ed attuare tali principi”.
Parole dure quelle usate dalle opposizioni che sottolineano maggiormente quanto già detto in occasione della presentazione delle osservazioni: oltre 110 pagine dalle quali emerge tutta la contrarietà alla nuova linea tramviaria dei gruppi di minoranza che, nel caso di probabile bocciatura, hanno già in mente la mossa successiva: proporre da una parte un ricorso al Tar bloccando così l’avvio dei cantieri e dall’altra indire un referendum di quartiere (un estratto delle osservazioni a questo link: https://www.comune.fi.it/system/files/2019-12/ABSTRACT_B_Dossier_Tecnico_Tranvia.pdf) .
Troppo forte dicono tutti insieme l’impatto che avrebbe sulla viabilità, sui lungarni e sui quartieri interessati: senza considerare la realizzazione del nuovo ponte sull’Arno “senza il quale” – sottolineano con forza – “il progetto non sta in piedi perché la sottrazione di spazio stradale da parte della tranvia è tale da rendere particolarmente critica la gestione del traffico veicolare con tutte le negative ripercussioni che si possono immaginare”. Ma le contestazioni riguardano anche la procedura adottata, la mancanza di un approfondimento sui temi ambientali, l’assenza di una “vera valutazione di impatto ambientale” che consideri “anche le alternative di progetto compresa l’alternativa zero”, quella cioè che la tramvia non si faccia.
“Aspettando la risposta alle nostre osservazioni – aggiunge Razzanelli – chiederemo all’Onu e all’Unesco di intervenire per rimediare allo scempio realizzatosi in Piazza della Stazione di Santa Maria Novella. Siamo pronti ad arrivare fino al Consiglio di Stato per impedire la realizzazione di un’opera profondamente sbagliata per Firenze”.
Secca la reaplica dell’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti: “Un referendum di quartiere? E quale, visto che la linea ne attraversa tre. Le tramvie sono un successo, piacciono ai fiorentini. Risponderemo alle osservazioni, ma bloccare il progetto significherebbe far perdere 80 milioni di euro di finanziamenti europei: bel regalo di Natale delle minoranze alla città”.