L’ex premier e leader di Italia Viva intervistato nella prima giornata del Wired Next Fest. “Saremo una sorpresa per tutti. Ora mi alzo la mattina e non devo preoccuparmi che qualcuno del mio partito mi accoltelli”
Il suo addio non significherà guerra con i Democratici perché, sottolinea, il suo avversario non è Zingaretti ma il “capitano” leghista Matteo Salvini che probabilmente fra un paio di settimane potrebbe sfidare nel salotto di Bruno Vespa a “Porta a Porta”.
Però verso il suo ex partito non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, con una citazione finale da Francesco Guccini e la sua “Quattro Stracci” canzone amara che racconta la fine di un amore coniugale. Intervistato nel Salone dei Cinquecento da Federico Ferrazza nella prima giornata del Wired Next Fest, uno dei più importanti festival italiani dedicati alla cultura dell’innovazione e alla contemporaneità, il leader di Italia Viva Matteo Renzi si racconta con tranquillità e anche molti sorrisi ma il senso delle sue parole è chiaro e spiega il perché della scissione.
“Sono sette anni – spiega – che nel Pd ci si dice addosso di tutto, si litiga tutti i santi giorni. Non c’è uno di voi, specie quelli più giovani che non sia cresciuto con i siti, i social, i tiggì che aprono dicendo: polemiche nel Pd, divisioni nel Pd, scontro nel Pd. Io non dirò una mezza parola contro il Partito Democratico perché è stata la mia comunità però mi hanno fatto la guerra su tutto, c’è stato il fuoco amico tutti i giorni, hanno brindato quando ho perso il referendum: allora dico lasciamoci con amicizia e rispetto reciproco. Ognuno vada dove vuole andare e ognuno invecchi come gli pare ma non raccontare a me cos’è la libertà”.
E per chiarire ancora di più il suo concetto aggiunge. “Io ora mi alzo la mattina e non mi devo preoccupare che qualcuno del mio partito mi accoltelli”. Italia Viva non parteciperà alle prossime elezioni regionali, Toscana inclusa. Ma sul peso della sua nuova creatura non ha dubbi: “Io dico che saremo una sorpresa per tanti”. Renzi poi si sofferma sull’ambiente e sulle manifestazioni dei ragazzi che hanno interessato le città italiane e del mondo. E sugli incentivi del Governo all’uso della carta di credito il suo pensiero è secco: “Si deve per legge ridurre il costo delle commissioni”.
Quanto alla nuova formazione politica Renzi assicura che non si tratti di una questione personale. Ma, aggiunge, “c’è una Italia che pensa ad un partito con una capacità di stare insieme, nel quale negli organi direttivi, le donne, contano quanto gli uomini: se volete fare una cosa nuova Italia Viva è tutta una casa da costruire”.
C’è spazio anche per una riflessione sul fine vita dopo la recente sentenza della Cassazione sul caso del Dj Fabo. “Quello della morte – spiega – è il tema più pornografico che ci sia (l’espressione è dall’antropologo Geoffrey Gorer ndr), oggi è un tabù. Si tratta di scelte complicate e, se capitasse a me, io vorrei che fosse la mia famiglia a decidere, non un magistrato”. Ma l’ultima battuta è ancora squisitamente politica: “Sono caduto perché volevo governi più stabili, non per un mojito al Papeete”. La partita di Italia Viva, insomma, è appena cominciata.