Dopo la delibera con l’accoglimento dei quesiti proposti, il Comitato rilancia: “Il sindaco emani il decreto il più presto possibile per la raccolta firme”. Gazebo il 9 giugno in piazza dei Ciompi. La solidarietà di M5S e SPC
Due richieste, la prima al segretario comunale di garantire il rispetto del regolamento : la seconda alla Giunta affinché porti al più presto in Consiglio una delibera che modifichi le Norme di Salvaguardia attualmente in vigore, così da rendere immediatamente operativo il divieto all’attività alberghiera extra dei cosiddetti Studentati e delle trasformazioni in strutture ricettive degli edifici con funzione pubblica. E un ulteriore appuntamento per il 9 giugno alle 17 in piazza dei Ciompi. Non si ferma la mobilitazione di “Salviamo Firenze”, neanche dopo il più che tempestivo comunicato di Palazzo Vecchio con il tentativo di disinnescare i due referendum proposti dal Comitato (https://www.lamartinelladifirenze.it/nardella-mille-posti-letto-ad-affitto-calmierato-negli-studentati-privati/).
In sostanza, fanno notare i promotori (oltre Salviamo Firenze ci sono anche M5S e SPC), l’esecutivo avrebbe deciso di assumere i temi proposti dai quesiti referendari presentati attraverso una delibera al Poc (auto-osservazione) senza mai citarli e rimandandone l’approvazione al Consiglio Comunale forse entro fine anno, quando verranno valutate le centinaia di osservazioni arrivate. Un passo che, nei fatti, dà ragione al Comitato senza per questo essere sufficiente a risolvere i problemi affrontati (Via libera al referendum anti studentati di lusso. – La Martinella di Firenze). “La Giunta – spiega Massimo Torelli, del Comitato promotore – in questi mesi non ha mai chiesto di incontrarci e non ci è stato possibile leggere la delibera appena votata ma finalmente Sindaco ed esecutivo hanno dovuto prendere atto di quanto il tema degli studentati di lusso e della trasformazione della città sia sentito sul territorio dopo averlo negato per anni, arrivando persino a non considerare i quesiti che abbiamo presentato il 14 gennaio scorso e ad approvare la proposta di Regolamento Urbanistico in piena continuità con le politiche insostenibili degli ultimi anni. Li abbiamo obbligati a darci ragione, e questo è un primo successo indiscutibile della nostra iniziativa”.
Ma c’è un ulteriore elemento di preoccupazione: entro il 2 giugno prossimo il sindaco Nardella attraverso un decreto avrebbe dovuto dare il via ufficiale alla raccolta delle firme e la tempestività della delibera ha fatto storcere più di un naso per uno strumentale e latente tentativo di bloccare il decreto anche se va detto che il percorso referendario rimarrebbe comunque in piedi e che potrebbe essere stoppato solo da un atto del Consiglio Comunale e col parere conclusivo del Collegio degli Esperti che invece lo ha ritenuto ammissibile. “La partecipazione fa paura – continua Torelli – e questo è un grave errore in una fase contraddistinta dalla sfiducia nella politica. Far esprimere la cittadinanza fa sempre bene alla democrazia e non ci sono scorciatoie possibili. Per questo chiediamo che il sindaco emani il decreto, il più presto possibile altrimenti l’effetto dell’annuncio sarà un’accelerazione in questi mesi di queste procedure scellerate da parte dei fondi di investimento per timore di restare bloccati”.
“Nel peggiore dei casi – aggiunge Dmitrij Palagi (SPC)- è un tentativo di prendere tempo, nel migliore riusciamo a comprendere la buona fede ma allora c’è un’incapacità di governo nel capire che la soluzione proposta non è efficace perché non dà una risposta oggi: dà lo stesso risultato che avrebbe la riuscita della raccolta delle firme, con la differenza che una posizione politica che gode di diecimila firme e del voto della maggioranza della cittadinanza è non ignorabile politicamente dal consiglio comunale. Abbiamo un Pd che ha difficoltà a governare nel salone de’ Dugento e quindi non lo possiamo ritenere affidabile. E Roberto De Blasi (M5S) chiosa: “La maggioranza che ha promosso il recepimento dei due quesiti referendari è la stessa che ha deliberato l’adozione del Poc. Il sindaco propone soltanto ora l’accoglimento: avrebbe dovuto pensarci prima. Non vorremmo che dietro tutto ciò si celasse l’ennesima possibilità di voler scaricare sull’ex assessore Del Re la realizzazione di un piano che evidentemente questa maggioranza vuole rivedere. Noi crediamo che l’espressione popolare attraverso il referendum sia necessaria e confidiamo che il sindaco emani al più presto il decreto che ci consenta di partire con la raccolta delle firme”.