L’evento in Sala d’Arme a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti sarà incentrato sul Ritratto di giovane donna in busto, disegno eseguito dall’Urbinate durante il suo soggiorno fiorentino
A Firenze Raffaello arriva in anni di grande fermento per la città al fine di completare la sua formazione e ottenere importanti committenze. Il dialogo intenso avuto qui con gli artisti del tempo, tra cui Fra Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Baccio d’Agnolo, Andrea Sansovino, i Sangallo, ma soprattutto con Leonardo e Michelangelo, apre la strada all’introduzione di importanti cambiamenti nel suo stile. Ne condizionerà la costruzione dei personaggi, i rapporti tra le figure, la rappresentazione del movimento, oltre a sviluppare un’attenzione maggiore ai valori atmosferici e cromatici.
Al geniale artista urbinate, in occasione dell’anniversario della sua morte avvenuta a Roma nel 1520 ad appena 37 anni di età, è dedicata la mostra “Raffaello e Firenze” a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti che è possibile visitare fino al 31 dicembre nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio in totale sicurezza anti-Covid. “Il mito di Raffaello – spiega Zucchi – ha travalicato la storia. L’omaggio che Firenze gli dedica, in particolar modo il periodo in cui l’artista ha vissuto in città, si pone come un’occasione non solo per gustare la finezza dei suoi disegni e la limpidezza dei suoi dipinti, ma anche per beneficiare in questo periodo così cupo, del ristoro più profondo e più autentico che la cultura può offrire a ciascuno di noi”.
L’evento sarà incentrato sul Ritratto di giovane donna in busto, un prezioso e importante disegno oggi custodito al Palais des Beaux-Arts de Lille, eseguito da Raffaello durante gli anni del suo soggiorno a Firenze. Un’opera emblematica, che rappresenta la visione percepita dall’urbinate stando a contatto con i grandi artisti incontrati in città, con la quale il Comune vuole onorare il genio di Raffaello ricordando i primi anni del Cinquecento quando Firenze fu ‘scuola del mondo’.
Intorno all’opera si apre una “storia” proiettata sulle pareti della Sala d’Arme che coinvolgerà il pubblico in un racconto multimediale ripercorrendo gli anni che hanno inciso profondamente sulla formazione dell’artista urbinate. Il filmato nel quale si rimane completamente avvolti, a cura di Valentina Zucchi e Art Media Studio, illustra la rete relazionale, politica e sociale, oltre che artistica, che Raffaello aveva coltivato e di cui era uno degli interpreti principali. Alla presentazione della mostra era presente, oltre al sindaco Dario Nardella e alle autorità cittadine, era presente anche la Presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno Cristina Acidini.
“Questa mostra tra il reale e il multimediale – afferma il primo cittadino fiorentino – ci ricorda proprio le origini e le trasformazioni dell’arte di Raffaello e del grande ruolo della nostra città nella sua formazione. Firenze, in chiusura delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte, esplora questo lato della figura dell’artista e ci consegna una esposizione fortemente evocativa e suggestiva, resa unica dal prestito dalla Francia di un disegno risalente proprio agli anni fiorentini”.
All’esposizione si affiancheranno percorsi guidati nel centro storico, sui luoghi correlati al soggiorno del pittore, sempre in assoluta sicurezza: si terranno tutti i sabati e tutte le domeniche alle 15 a partire da sabato 7 novembre sino alla fine di dicembre (prenotazione obbligatoria al numero 055-2768224 o via mail a: info@muse.comune.fi.it). “Realizzare cultura in un momento cosi critico per tutto il mondo – aggiunge Tommaso Sacchi, assessore alla cultura – è uno sforzo eccezionale. Non si poteva trascurare un artista formidabile che proprio nella nostra città trasse ispirazione ed ebbe modo di affinare il suo stile”.