In margine alla conferenza stampa di Rocco Commisso pubblichiamo il comunicato del Cdr del Corriere Fiorentino pesantemente attaccato dal Patron della Fiorentina
Ci sono modi e modi per esprimere il proprio dissenso, soprattutto quando si è presidente di una squadra di calcio come la Fiorentina e soprattutto quando i risultati non vengono. Perché è proprio questo il punto della questione. I risultati che non sono arrivati con una squadra allestita come tutti sappiamo e comunque nel rispetto degli investimenti fatti dalla proprietà. Quello scelto da Rocco Commisso, prendersela con i giornalisti, tutti i giornalisti che seguono le vicende della squadra, è il più sbagliato e anche quello più antipatico. Solo loro sono i colpevoli di una stagione pessima sorvolando naturalmente sugli acquisti fatti, i punti lasciati per strada, le prestazioni il più delle volte inguardabili degli Undici Viola, l’assenza di una dirigenza che si facesse davvero sentire con tutto il suo peso e la sua autorevolezza. Come sarebbe giusto che fosse. Per questo stiamo dalla parte dei colleghi del Corriere Fiorentino e del suo direttore Roberto De Ponti, stiamo dalla parte degli altri colleghi attaccati senza possibilità di replica perché non presenti e difendiamo il loro lavoro. Non è questa la strada giusta, la strada giusta è quella di parlare e confrontarsi. Di discutere sul futuro della squadra Viola, di porre le basi per un rilancio, di parlare sulla questione stadio. Questi sarebbero stati gli argomenti giusti da affrontare in un incontro con i giornalisti a pochi giorni dal ritorno in America del Patron. E non un attacco unilaterale e frontale contro una categoria con pochissime possibilità, in questo caso, di difesa. Qualcuno lo dica, in società, a Commisso. (L.M.)
Questo il comunicato del Comitato di redazione del Corriere Fiorentino:
Il comitato di redazione del Corriere Fiorentino respinge sdegnato le accuse di fare il proprio lavoro perché «controllati» dal nostro proprietario, Urbano Cairo, che è anche proprietario della Gazzetta dello sport, del Corriere della Sera e presidente del Torino. Questo giornale, come i colleghi del Corriere e della Gazzetta, ha stampato nel proprio dna una legge: l’unico nostro proprietario sono i lettori. A loro rispondiamo. I precedenti proprietari prima e il presidente Cairo, unico imprenditore o quasi nell’editoria «puro» d’Italia, sono venuti pochissime volte nella nostra redazione, a salutarci. Il «padrone in redazione» non l’abbiamo mai avuto.
Altri gestiscono la comunicazione in proprio, perché incapaci di avere rapporti corretti con i mezzi di informazione. Stupisce, per un imprenditore che ha lavorato tanti anni negli Usa. Non si stupisca invece Commisso: le aggressioni non ci intimidiscono, continueremo a fare il nostro lavoro in onestà, trasparenza, correttezza. Solidarietà al direttore Roberto De Ponti, al collega Ernesto Poesio e agli altri, della nostra redazione e delle altre, offesi in questi mesi. E visto che in italiano pare ci siano problemi di comprensione, glielo ripetiamo in inglese: «That’s the press, baby, the press. And there is nothing you can do. Nothing».