I masselli in calcestruzzo che con chiodi fiorentini e cordonatura dovranno proteggere sagrato e abisde laterale della Basilica non piacciono a nessuno e provocano la reazione dei residenti che tornano a chiedere la cancellata leggera
Ci vuole un particolare gusto dell’orrido in quella che dovrebbe essere la città del bello per poter anche lontanamente concepire una soluzione come blocchi di cemento, cordonatura e chiodi fiorentini per cercare di proteggere il sagrato e l’abside laterale della Basilica di Santo Spirito dalle orde alcoliche degli spritz-lovers. Passi per il Comune, i grandi vasi di piante erano alla fine molto più belli e scenografici anche se servivano relativamente, ma riuscire a entrare nella testa della Soprintendenza che ha tranquillamente dato il via a Palazzo Vecchio all’installazione iniziata martedì può provocare dolorosissime emicranie. Anche perché non se ne riesce a capire il senso logico. Senza scomodare per carità i pali della tramvia nel piazzale della Stazione, per fare un esempio, che riescono a deturpare la bellezza di Santa Maria Novella. Un biglietto di benvenuto niente male per il turista che è appena sceso dal treno.
Ma il caso di Santo Spirito per certi versi è eclatante e se si vuole anche segno dei tempi difficili e altamente confusi che stiamo vivendo: a Firenze e nel Paese in generale. I residenti una volta di più sono sul piede di guerra perché dicono, e a ragione, che non serviranno a nulla e il loro unico risultato sarà quello di sfigurare non solo una piazza affascinante ma anche l’ingresso principale di uno dei monumenti più noti della città. “Obbrobrio”, “Provocazione”, “idea malsana” sono solo alcune delle espressioni usate per commentare i lavori che stanno andando avanti. Il Soprintendente Pessina ha dichiarato che “la proposta tra quelle presentate ci è sembrata la più semplice, pulita e fattibile”. Se non ci fossero le virgolette ci sarebbe da rimanere sorpresi davanti a tanto ardore. Perché non ci vuole certo un genio della cultura o un esperto di conservazione di beni per rendersi conto dell’assurdità della situazione scelta e approvata. E non basta mettere a posto la coscienza da una parte e dall’altra dicendo di aver dato seguito alle richieste dei residenti e di Padre Pagano che più di una volta aveva invocato un intervento deciso dell’amministrazione per far cessare il degrado fino al punto di arrivare a cingere il sagrato in segno di protezione con una recinzione fai da te formata dalle panche della chiesa. Sembra che i blocchi siano una soluzione momentanea e che una volta che la piazza tornerà per così dire “tranquilla”, con la cordonatura, potranno essere rimossi. In Comune si starebbe anche pensando a riposizionare le fioriere: altra idea perlomeno fantasiosa anche perché con questa disposizione non si vede dove potrebbero essere sistemate.
Il comitato dei residenti, con la sua portavoce Camilla Speranza, boccia senza possibilità di appello blocchi e chiodi fiorentini, tornando a sollecitare l’installazione di una cancellata leggera, unico sistema per difendere la Basilica da alcol, sballo e orinature varie. Come diceva quell’anziano residente nella piazza: “So io dove glieli metterei a quelli i chiodi fiorentini”. E adesso anche i masselli di cemento.