Importante operazione delle Fiamme Gialle che hanno proceduto anche al sequestro preventivo di due milioni di euro. Contrabbando aggravato e false fatture i reati contestati. 4,5 il valore della merce confiscata
Oltre 3 milioni e mezzo di metri di tessuti sequestrati dal valore stimato di circa quattro milioni e mezzo di euro insieme al sequestro preventivo di due milioni di euro. E’ il risultato di una importante operazione di polizia giudiziaria portata a termine dalla Guardia di Finanza di Prato. Al centro dell’attenzione del nucleo pratese delle Fiamme Gialle l’approvvigionamento illecito delle materie prime utilizzate da imprese che operano nel settore dell’importazione di tessuti nell’area del Macrolotto e si avvalevano di questa “fonte” altamente redditizia riuscendo a imporsi sul mercato con prezzi assolutamente concorrenziali, impraticabili per gli operatori regolari.
Le indagini sono scaturite da una mirata attività di analisi, eseguita sia attraverso frequenti controlli su strada, nei confronti di alcune imprese che risultavano formali destinatarie di spedizioni di materia prima di origine extra-UE stoccata all’interno di un capannone, che sulla raccolta di elementi probatori in merito alla sua introduzione, in contrabbando, nel territorio nazionale.
In sostanza l’approvvigionamento illecito, già riscontrato in altre analoghe circostanze, avveniva attraverso l’emissione di false fatture da parte di aziende tedesche, bulgare e ungheresi indicate anche nei documenti di trasporto quali fornitrici, che in realtà non avevano posto in essere alcuna effettiva transazione commerciale. Le merci così giungevano direttamente nel distretto pratese ed erano stoccate presso il suddetto capannone oggetto di controllo, per poi essere smistate per la lavorazione. Le false fatture di acquisto apparentemente emesse da fornitori comunitari consentivano di importare i tessuti eludendo il pagamento dei diritti di confine, tra cui l’IVA all’importazione e, successivamente, anche quella sulle cessioni nazionali. Inoltre, in assenza di controlli su strada dei documenti di trasporto, la merce poteva in parte essere immessa nel mercato in nero attraverso cessioni a terzi evadendo l’imposta.
Le successive approfondite indagini hanno permesso di raccogliere elementi anche sul reale gestore dell’attività imprenditoriale, un cittadino cinese. La società investigata dunque svolgeva la funzione di “centro di stoccaggio” dei tessuti importati illegalmente. Contrabbando aggravato ed utilizzo di false fatture sono i reati ipotizzati dal Gip di Prato che ha confermato l’ipotesi dei Finanzieri pratesi e dal Pm europeo sotto la cui direzione – a Bologna – si è svolta l’attività investigativa.