Simona Bastari, amministratrice di un centinaio di condomini, spiega come questa emergenza, con pochi e semplici accorgimenti, possa servire a riavvicinare le persone e a stabilire un sano aiuto reciproco
Oltre agli innumerevoli grattacapi a cui da sempre sono sottoposti, per gli amministratori di condominio c’è un nuovo cruccio ed è quello di riuscire a gestire la situazione creatasi con la quarantena da Coronavirus.
In Italia questi professionisti sono circa 47.000, e sarebbe auspicabile che ognuno di loro di questi tempi affigga in bacheca un elenco delle raccomandazioni e delle istruzioni diffuse dal Ministero della Salute, dal momento che non esiste una legislazione ad hoc volta per regolare questi comportamenti. Simona Bastari è responsabile centinaio di condomini ad Ancona e prova a stilare un vademecum che colmi la lacuna legislativa. “Il compito dell’amministratore – spiega – è quello di dettare le regole comuni del palazzo tra cui in questa particolare situazione: lavarsi frequentemente le mani, vietare l’uso dell’ascensore a più persone contemporaneamente, assicurarsi che custodi, addetti alle pulizie, giardinieri lavorino con gli appositi strumenti di protezione come guanti e mascherine, concordare quali tipi di prodotti usare per sanificare periodicamente tutti gli spazi e le superfici dell’edificio”. Importante poi è la sanificazione costante delle parti comuni come i citofoni, ascensore, corrimano scale e maniglie di porte e portone; gettare guanti e mascherine usate nella raccolta indifferenziata, trascorrere del tempo nel cortile comune evitando assembramenti e quindi accordarsi sui tempi di uscita, non lasciare negli spazi comuni sacchi o altro che ingombri e renda difficoltoso il lavoro di chi fa le pulizie. Chi è risultato positivo al Covid-19 poi deve tassativamente evitare gli spazi comuni.
Ci sono poi piccoli accorgimenti, dice ancora Bastari, che possono comunque aiutare molto e creare un clima di cooperazione, come ad esempio creare piccole ‘biblioteche’ a disposizione dei condòmini: con un contenitore nell’ingresso del palazzo, dove ognuno può lasciare un libro e condividerlo con gli altri a rotazione , evitando titoli non adatti ai bambini ma anzi lasciando il più possibile libri adatti all’infanzia insieme a qualche un album da colorare. Oppure la spesa condivisa: comprare per chi ha meno possibilità economica alimenti non deperibili come pasta, farina, scatolame, latte a lunga conservazione e lasciare quanto raccolto in un angolo degli spazi comuni in modo che chi ne ha bisogno lo possa prendere senza esporsi e sentirsi in imbarazzo.
Molto utile è anche la condivisione della password del wi-fi o di piattaforme on line come Netflix permettendo l’utilizzo anche a chi non ha accesso, oppure spostare in uno spazio comune le piante aromatiche che abbiamo in terrazzo e magari mettere a disposizione anche i frutti delle fatiche culinarie come una fetta di torta, un pezzo di pizza fatto in casa. E infine che dire dell’arte? Cosa di meglio per ingentilire l’anima che condividere poesie, pensieri e musica tra vicini. Se un pezzo di pizza è cibo per il corpo, l’arte è il cibo per l’anima e fa altrettanto bene.