L’operatrice sanitaria era intervenuta dopo che l’uomo si era sentito male forse a causa dell’assunzione eccessiva di alcol. Medici, Psicologi e Coordinamento Misericordie: “Violenza inaccettabile”
Dovrà rispondere di lesioni personali nei confronti di una volontaria del 118 un senegalese di 40 anni arrestato ieri pomeriggio dalla Polizia di Stato. Secondo quanto ricostruito dagli agenti intervenuti, il personale sanitario si era recato in Piazza Indipendenza per soccorrere il senegalese in difficoltà a causa, verosimilmente, dell’assunzione eccessiva di bevande alcoliche. Adoperandosi per apprestare le prime cure mediche, l’operatrice sanitaria, 27enne, sarebbe stata colpita da diversi pugni sferrati dall’uomo in corrispondenza degli arti superiori. Trasportata alla più vicina struttura ospedaliera, la donna è stata dimessa con 5 giorni di prognosi per le lesioni riportate. Il 40enne, già noto alle forze di polizia, è stato arrestato e, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, portato al carcere di Sollicciano, in attesa dell’udienza per la convalida della misura precautelare.

Immediate le reazioni dell’Ordine dei medici e di quello degli psicologi fra l’altro in concomitanza con la Giornata Nazionale contro la Violenza sugli Operatori Sanitari e Sociosanitari. “Prendersi cura di chi cura significa proteggere il diritto alla salute di tutti: salute fisica e anche psicologica, perché i due aspetti non possono essere scissi – scrive Maria Antonietta Gulino, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana –. Durante la pandemia intorno agli operatori sanitari e sociosanitari c’è stata tanta solidarietà, ma le violenze e le aggressioni sono ancora tragicamente presenti: “La violenza nei confronti di chi lavora nei reparti, negli ambulatori, al pronto soccorso, in tutti i contesti di ambito sociosanitario è un fenomeno inaccettabile che mina l’intero sistema di assistenza. Essere aggrediti, talune volte fino a perdere la vita mentre si dedica il proprio tempo al bene degli altri è davvero un tragico paradosso. È fondamentale rafforzare le reti di supporto, fare formazione del personale e campagne di sensibilizzazione mirate, adottare strategie efficaci e garantire ambienti sicuri per tutti i professionisti della salute”.

Per Pietro Dattolo presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze “Le violenze contro il personale medico, sanitario e sociosanitario sono un’emergenza e un paradosso, perché le vittime sono lì ogni giorno per curare anche coloro che li aggrediscono”. Secondo Dattolo la legge varata dal Parlamento contro le aggressioni è utile ma non basta. “il fenomeno non accenna a diminuire. Servirebbero forze di polizia in tutti gli ospedali perché medici e personale sanitario devono poter lavorare in sicurezza. Il rispetto per chi opera in prima linea per la salute pubblica non può essere residuale. Anche in Toscana si è registrata una escalation di aggressioni al personale sanitario, come è emerso dalla ricerca ‘Violenza nella professione medica’ commissionata dal nostro Ordine. Il 56,7% del personale sanitario toscano è stato vittima di aggressioni e il 50% ha subito più di un episodio di violenza. Le vittime sono per il 59% donne. La maggior parte delle aggressioni è di tipo verbale, ma non mancano minacce e violenze fisiche. “Il punto è far passare il messaggio che i medici sono i primi alleati dei pazienti, non la loro controparte. Bisogna ricostruire il rapporto tra cittadini, medici e istituzioni che purtroppo si è complessivamente incrinato, giorno dopo giorno, visita dopo visita”.
A loro si aggiunge Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina: ““Le aggressioni ai danni di operatori sanitari e dei volontari del primo soccorso sono un fenomeno inaccettabile, che mina non solo il valore della solidarietà ma anche quello della cura. “La situazione è sempre più preoccupante. Solo nelle ultime settimane – ricorda Ceccherini – si sono verificati gravi episodi di violenza contro il personale sanitario e i volontari delle ambulanze nella nostra provincia. A Borgo San Lorenzo e a Firenze. Non possiamo accettare che chi dedica la propria vita ad aiutare gli altri debba temere per la propria sicurezza”