Ma sul restyling il Soprintendente resta cauto: “Commisso ha fatto vedere solo disegni, non un progetto. Se verranno presentati altri studi, valuteremo”
“Tutti noi ci auguriamo che il Franchi continui a essere utilizzato come stadio. Ma non possiamo accettare progetti di riqualificazione che prevedono estese demolizioni perché verremmo meno alla nostra funzione istituzionale. Altri studi non ne abbiamo mai visti, se verranno diremo se si possono fare oppure no. Altrimenti è un parlare sul nulla”.
Andrea Pessina è il Soprintendente alle Belle Arti, Archeologia e Paesaggio. Intervistato dal direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini all’incontro organizzato da 20/24 Firenze Lab di Paolo Marcheschi nella sala bianca dell’Educandato della Santissima Annunziata al Poggio Imperiale, non fatica certo a dare la sua versione sull’argomento che sta scaldando la città nelle ultime due settimane e che probabilmente terrà banco per molto tempo ancora.
La querelle si è accesa prepotentemente dopo la decisione della Fiorentina di puntare alla costruzione di un nuovo impianto trovando una corsia preferenziale velocissima nell’amministrazione di Palazzo Vecchio che ha dato il via libera all’operazione Mercafir, scatenando però le ire di una buona parte dei tifosi e del Campo di Marte molto preoccupato che con il trasferimento delle partite casalinghe a Novoli il Franchi diventi un buco nero e l’economia di un intero quartiere venga messa fortemente a rischio.
“L’attività fondamentale della Soprintendenza – dice Pessina – è assicurare la tutela e la conservazione. La modalità d’uso o meglio la destinazione è un aspetto che va in secondo piano. Non spetta alla Soprintendenza dire ciò che si deve fare del Franchi o di una qualsiasi altra struttura. Questo evidentemente è competenza di altri. Guardiamo al Franchi come un punto importante, non dimentichiamoci che è nato come stadio soprattutto per l’atletica”.
Naturalmente c’è modo e modo di garantire tutela e conservazione, e Pessina respinge l’idea di una Sopraintendenza per così dire “talebana”. Ma aggiunge: “Non possiamo salvare la facciata, la Torre di Maratona, le scale elicoidali e demolire tutto il resto (il riferimento è all’abbattimento delle curve ndr) perché il Franchi è un corpo che è stato concepito unitariamente. Cosa me ne faccio di due gambe, un braccio, due orecchie? Se vogliamo abbatterlo facciamolo se abbiamo davvero questo coraggio, ma non facciamo accozzaglie di oggetti eterogenei per rispetto di un’opera dell’ingegno di un personaggio come Pier Luigi Nervi che ha un ruolo fondamentale nella storia dell’architettura”.
Pessina ribadisce che il patron Viola Rocco Commisso è andato in Soprintendenza, ha mostrato dei disegni ma non un progetto scritto e annuncia che nei prossimi giorni darà il via al procedimento di verifica dell’interesse culturale che comprende una disamina dell’edificio: insomma una lettura attenta delle parti originarie del Franchi, di quelle aggiunte nel tempo e degli interventi che sono stati fatti in occasione dei Mondiali di Italia 90.
“Alla fine – aggiunge – emetteremo un decreto di vincolo nel quale in sostanza verrà annunciato quello che fa parte del Franchi di Nervi e quello che invece fa parte di aggiunte un po’ pasticciate che forse si possono semplificare”. Il Soprintendente non ha in calendario nessun prossimo appuntamento con Commisso, mentre con il sindaco Nardella e i dirigenti dei suoi uffici in Comune il contatto è costante. Fra una decina di giorni si dovrebbero ancora vedere, ma l’argomento stadio non sarebbe toccato.
“Probabilmente – conclude – andranno cercate altre funzioni che dovranno essere decise dal proprietario (il Comune ndr), noi certo non andiamo a dire come devono utilizzarlo. Firenze ha una vocazione importante anche per i concerti e mi pare ottima l’idea candidare il Franchi per una serie di incontri sportivi di grande rilievo. Le opzioni si misurano sulle basi dei progetti. Capisco la raccolta di firme che sta facendo il quartiere, quando vedremo un eventuale progetto diremo se si può fare o no. Senza si parla del nulla”.