Secondo la Procura negli anni avrebbe occultato parte dei ricavi per evitare che il Comune, a fronte di ricavi superiori rispetto a quelli previsti dal piano economico finanziario, potesse ricontrattare le condizioni di concessione del servizio. Laugaa: “Gest estranea ai fatti oggetto di indagine: non vende i biglietti e non incassa gli introiti”
Peculato in concorso: è questa l’ipotesi di reato della Procura Fiorentina che stamattina ha disposto la perquisizione, operata dalla Guardia di Finanza, della sede di Scandicci di Gest, la società di gestione della tramvia di Firenze. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe la convenzione con il Comune di Firenze sugli introiti dei biglietti della tramvia. L’ipotesi, secondo quanto si è potuto apprendere, è che la società nel corso degli anni avrebbe occultato parte dei ricavi dovuti alla vendita dei biglietti per evitare che il Comune di Firenze, alla luce di introiti per Gest superiori a quelli previsti dal piano economico finanziario del progetto, chiedesse una ricontrattazione delle condizioni di concessione del servizio. Comune che risulta parte offesa nel procedimento. Nell’ambito delle stesse indagini stamani sono anche state effettuate acquisizioni di documenti nella sede di Tram spa, la società che ha dato in concessione il servizio a Gest.
Sul registro degli indagati sono finiti l’Ad di Gest Jean Luc Laugaa e Francois Mazza, presidente di Ratp Dev Italia, che detiene il 51% del capitale sociale della società. Gest fa parte del gruppo francese di trasporti Ratp, che controlla anche Autolinee Toscane spa, la società che si è aggiudicata il bando di gara della Regione Toscana da 4 miliardi di euro per 11 anni per la gestione dell’intero trasporto pubblico locale su gomma nella regione. Il relativo bando di gara è finito al centro di un’altra inchiesta della procura di Firenze.
“Abbiamo fornito tutto quanto richiesto – commenta Jean Luc Laugaa – siamo sereni e sicuri della assoluta correttezza nella gestione. Gest è del tutto estranea ai fatti oggetto dell’indagine”. Che poi sulle accuse ipotizzate aggiunge: “Gest, in quanto societa’ di gestione della tramvia, non vende biglietti e non incassa direttamente i loro introiti. L’unica fonte di entrata, come definito dal contratto di servizio con Tram spa, è un rimborso commisurato solo ed esclusivamente al numero dei chilometri prodotti e non ha alcuna relazione con la vendita dei biglietti né con il numero dei passeggeri trasportati”.
Immediate le reazioni politiche: La Lega Salvini chiede che il sindaco Nardella approfondisca subito la vicenda: “Il Comune risulterebbe parte offesa – attacca il capogruppo Federico Bussolin –, in quanto non avrebbe ricevuto per intero la quota che gli spetta dalla bigliettazione. Pare addirittura scontato notare che, laddove venisse dimostrato il dolo da parte di Gest, saremmo di fronte a un sistema di gestione del trasporto pubblico – su cui le giunte PD hanno puntato tutta la propria credibilità – che invece di essere il modello da seguire diventerebbe una ferita da sanare. Al più presto”. Per Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) ora che “viene fuori il dubbio di bigliettazione nascosta, la cosa assume connotati grotteschi: Palazzo Vecchio aveva risposto alle nostre interrogazioni dicendo che la parte pubblica doveva garantire i ricavi previsti dal piano economico finanziario”. Infine Pietro Poggi, segretario di Sinistra Italiana Firenze, confida che l’indagine in corso possa concludersi nel minor tempo possibile e finisca per fugare ogni dubbio sulla gestione del sistema tranviario fiorentino, ma si chiede “in questi anni dove fosse l’amministrazione e la maggioranza. Perché i dubbi sulla regolare gestione dei numeri di passeggeri arrivino solo ora ed esclusivamente dalla magistratura? Questa è la modalità con cui la maggioranza ha intenzione di governare il trasporto pubblico e sostenerne le ragioni? Non possiamo che essere preoccupati per il suo futuro”.