Grandissimo successo per lo Scoppio del Carro tornato in presenza dopo due anni. Nardella sui turisti che hanno affollato le vie limitrofe attorno al Duomo: “Siamo tornati ai livelli pre Covid”
Dopo l’annullamento nel 2020 e un’edizione a porte chiuse l’anno scorso, lo Scoppio del carro si è svolto stamani con il ritorno del pubblico in piazza del Duomo per l’antica manifestazione fiorentina per Pasqua, di fede e tradizione, che si tramanda da secoli: la sua origine viene fatta risalire alle Crociate. E perfetto è stato il volo della ‘colombina’, il razzo innescato dal cero santo acceso dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze -, che ha dato fuoco ai petardi e ai fuochi d’artificio di cui è corredato.
Partita dall’altare della Cattedrale. La colombina ha raggiunto il Brindellone, posizionato tra Duomo e Battistero e poi, è tornata indietro. La tradizione tramanda che se riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti. E la riuscita del volo della colombina quest’anno è stata accolta ancora più come un segno di speranza. Il sindaco di Firenze Dario Nardella, parlando da piazza del Duomo a Toscana tv prima dello Scoppio del carro, ha sottolineato come anche il ritorno del pubblico per la manifestazione sia «un segno di ripartenza dopo il Covid.
Ha pure evidenziato “i numeri impressionanti, oltre ogni rosea previsione” sui turisti arrivati a Firenze. “Siamo tornati ai livelli pre Covid” ha aggiunto. Nardella ha anche voluto evidenziare il valore simbolico dei due palloni, con i colori della bandiera ucraina, portati in piazza dal pallaio del Calcio storico che sorteggiato gli incontri delle semifinali degli incontri che si giocheranno a giugno.
“L’Ucraina, la nostra Europa, il mondo invoca la vita e la pace e chiede come poterla sperare – ha detto nell’omelia il cardinal Betori -. Non sono le armi a poterla garantire, non sono gli equilibri geopolitici a poterla disegnare, non è la prepotenza o al contrario la paura a poterla favorire. La pace e una vita umana degna, per ciascun uomo e donna e per i popoli, può scaturire solo da cuori convertiti all’amore. Per questo il cammino da fare è un cammino spirituale, in cui l’odio viene sconfitto dal riconoscimento dell’umanità dell’altro, secondo giustizia e libertà”. “Non è vero che la pace è impossibile – ha aggiunto, la morte, il male, la guerra non sono mostri invincibili. Non si vince con la morte dei fratelli, ma in una ritrovata e giusta fraternità riconciliata. La luce di Cristo, che irradia dal nostro Carro, penetri i nostri cuori e i cuori di tutti, li trasformi con il suo amore per dare vita a un mondo di pace, aperto alla speranza. Sia questa la nostra Pasqua”.