Per il momento le 81 porte telematiche che si stanno posizionando in città serviranno a monitorare i flussi di traffico e l’inquinamento dato dai veicoli in transito. Scivola anche il blocco dei diesel Euro 5
Si pagherà un pedaggio per entrare in città con i veicoli più inquinanti. Ma solo dal 2025, quando sarà in carica una nuova amministrazione a guidare la città e dovrà confrontarsi con questo lascito dell’esecutivo guidato dal sindaco Dario Nardella. E forse anche dopo. Per il momento le porte che si stanno installando in questi giorni in alcune zone della città serviranno solo a monitorare i flussi di traffico in entrata e in uscita (adesso si parla di 270mila veicoli) giornalmente a Firenze e soprattutto il tipo di veicoli e quanto effettivamente inquinino. Lo ha ribadito oggi il sindaco Dario Nardella in una conferenza convocata in sala di Lorenzo a Palazzo Vecchio per fare il punto della situazione.
“Voglio che sia chiaro a tutti – ha esordito -, la prima fase sarà esclusivamente di monitoraggio. Non è previsto alcun ‘pedaggio’. Nei prossimi mesi scatterà la prima fase dello scudo verde. Sarà soltanto un monitoraggio dei flussi dei veicoli in ingresso e uscita dalla città di Firenze. Non solo quantitativo ma qualitativo, in modo da consentire l’individuazione delle tipologie dei veicoli e del loro contributo all’inquinamento”. Insomma una nuova marcia indietro del Comune, dopo le precisazioni sulla realizzazione di CPR anche in Toscana che già avevano sollevato un vespaio di polemiche, peraltro già annunciata nel comunicato diffuso ieri a tarda sera.
Ma come detto Nardella assieme all’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti, ha voluto specificarlo ancora. Per il momento, dunque, va avanti il posizionamento delle 81 porte telematiche che circonderanno la città. L’installazione, peraltro, fa sapere Giorgetti, “non terminerà prima di ottobre”, con l’avvio della prima fase, quella del mero monitoraggio, che se va bene inizierà entro fine anno. Che la direzione fosse questa, dopo la richiesta a gran voce di un rinvio sia da parte dei sindaci dell’area metropolitana che dai rappresentanti delle categorie economiche, era a questo punto quasi scontato. La seconda fase invece entrerà in funzione “non prima del 2025” con modalità “ancora da decidere insieme”, cioè con i sindaci, e “andrà di pari passo con la realizzazione di tutti i vari capitoli del Piano urbano di mobilità sostenibile come trasporto pubblico, tramvie, parcheggi scambiatori, potenziamento del trasporto ferroviario”.
Quando il monitoraggio sarà attivo, sottolinea Nardella, Firenze sarà “la prima città ad avere una mappatura del traffico veicolare che entra in città. Potremo verificare se circolano mezzi vietati già oggi, oltre ad un maggiore controllo sui bus turistici”. La seconda parte, quella del pedaggio per i più inquinanti, seguirà invece ad un “protocollo” sottoscritto tra i comuni di tutta la metrocittà. Ci lavoreranno lo stesso Giorgetti e Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli e consigliere delegato a trasporto pubblico e mobilità in Città Metropolitana. “Prima di qualsiasi pedaggio – ha ribadito – dobbiamo essere in grado di offrire ai cittadini un trasporto pubblico potenziato e più efficiente, oltre ad incentivi per cambiare mezzo“. Ma l’accensione potrebbe slittare anche al 2026, quando dovrebbero essere ultimate tutte le linee della tramvia. In questo senso sembrerebbe spingere proprio il primo cittadino di Bagno a Ripoli. Scivola anche il blocco dei veicoli diesel euro 5. Uno stop che doveva scattare dal 24 aprile ma che, ormai pare certo, sarà rinviato. “Lo dico già, per non creare allarmismo: Regione e Comune stanno lavorando al protocollo che stabilirà le modalità e i tempi per limitare i veicoli inquinanti, i diesel euro 5. L’obiettivo è evitare blocchi improvvisi e totali dal 24 aprile”.
“Tanti proclami per poi dire “si è scherzato, se ne riparla nel 2025”; guarda caso quando ad occuparsene saranno nuove amministrazioni” è la reazione ironica della Lega Salvini. “Lo scudo – attacca il capogruppo Federico Bussolin – era mal concepito ed avevamo richiesto un ripensamento che, finalmente, è arrivato. E’ mancato, poi, un serio dialogo con tutti i Sindaci metropolitani: il primo incontro si è tenuto soltanto ieri e si è capito che, dal Mugello al Chianti, da Bagno a Ripoli a Sesto fiorentino, la posizione dei primi cittadini non è certo in linea con quella del Sindaco metropolitano”