Il voto contrario in Commissione sugli affitti brevi preludio, probabilmente, allo strappo finale che potrebbe concretizzarsi con la variazione di bilancio sul finanziamento da 10 milioni per il nuovo Padovani
La nuova tappa dell’assalto di Italia Viva al fortino Palazzo Vecchio è tutta racchiusa in tre semplici parole: verifica di maggioranza. Con in più una quarta per niente tranquillizzante: urgente. L’incontro è in programma per la prossima settimana e stavolta ad accendere le polveri è stata la riunione di ieri in commissione sugli affitti brevi.
L’ennesimo strappo, non una sorpresa ma un passo quasi scontato alla luce dei rapporti sempre più tesi fra Pd e Iv, potrebbe prefigurare scenari addirittura catastrofici per la maggioranza, come si sussurra nei corridoi della politica fiorentina, in occasione della delibera di variazione di bilancio prevista ad ottobre che conterrebbe anche l’investimento da dieci milioni per la realizzazione del nuovo stadio del rugby Padovani che dovrebbe ospitare le partite della Fiorentina durante i lavori di riqualificazione dello stadio Franchi (semmai verranno iniziati…). Tradotto in termini più semplici, Italia Viva potrebbe votare contro aprendo di fatto una crisi a otto mesi dal voto per le amministrative dagli esiti assolutamente clamorosi. Come si sa, il documento di bilancio è l’atto principe per ogni amministrazione e per ogni coalizione o alleanza che la sostiene. Votare contro vorrebbe dire non credere più a quel programma sottoscritto in precedenza e quindi uscire. Con tutte le conseguenze del caso.
Ieri dunque la commissione (seconda e terza insieme) ha dato il via libera alla stretta sugli affitti brevi e Italia Viva ha votato no: «Il sindaco Nardella – spiegano il capogruppo Mimma Dardano e la consigliera Barbara Felleca – ha scelto di intervenire con una norma ‘grossolana’, non retroattiva, che permetterà a chi ha attività aperte di continuare ad esercitarle, non incidendo così in modo decisivo sul fenomeno, ma creando invece una ingiustificabile discriminazione tra chi l’attività la può fare e chi no, con la prospettiva quasi certa di una valanga di ricorsi che sarà difficile vincere davanti a un giudice. Occorreva, casomai, distinguere tra chi affitta per necessità, per integrazione al reddito e chi, le tante società attive a Firenze, per mera attività economica. Occorreva un lavoro puntuale, in collaborazione con il lavoro di Anci e tutti gli enti competenti e non frettoloso”.
Durissima la replica del Pd affidata al capogruppo Nicola Armentano e al presidente della commissione urbanistica Renzo Pampaloni: “Il voto contrario di Iv dimostra una visione di città che non collima con quella portata avanti negli anni da questa amministrazione che stiamo guidando insieme, serve una verifica in tempi brevi. Si è trattato un fatto politicamente rilevante avvenuto in maniera non consona a gruppi politici che stanno insieme in maggioranza perché avviene senza averne parlato, ma soprattutto dopo che il confronto da noi chiesto sulla delibera ci è stato negato. E’ un gesto politico fra partiti di maggioranza che non ha precedenti in questa legislatura. Riteniamo necessario un chiarimento nel breve periodo prima del voto in consiglio comunale. Di fronte al caro affitti che colpisce in particolare famiglie e studenti e al problema della residenza nel centro storico, e di fronte all’inerzia del governo, riteniamo fondamentale approvare questo provvedimento”.
In attesa poi dello scontro finale sul Padovani con la possibilità neppure troppo remota che la Fiorentina del nuovo impianto Padovani non se ne faccia nulla e decide di andare altrove a giocare le gare “casalinghe”.