Durissimo botta e risposta Lega-Pd dopo l’ordinanza firmata ieri dal sindaco Nardella che detta regole più stringenti per asporto e consumazione di cibi nei pressi degli esercizi di vendita
L’ordinanza firmata ieri dal sindaco Dario Nardella, che precisa meglio le misure da seguire nella zona rossa e detta regole più stringenti per l’asporto e la consumazione di cibi e bevande nelle vicinanze degli esercizi di somministrazione e vendita (https://www.lamartinelladifirenze.it/la-stretta-di-nardella-sul-cibo-da-asporto/), come era abbastanza scontato provoca la durissima reazione delle opposizioni, in particolare della Lega Salvini che con il suo capogruppo a Palazzo Vecchio Federico Bussolin parla senza mezzi termini di “provvedimento folle”.
“E’ nata e pensata male – attacca – con contraddizioni evidenti a tutti: il testo parla di un divieto di consumazione del cibo o bevanda a 50 metri dal locale dove si è acquistato. Appare evidente che si trascende dalla realtà perché magari a 50 metri da quell’esercizio ce n’è un altro e la stessa ordinanza mi consente di consumarlo di fronte. Siamo alle comiche se non fosse che a pagarne le conseguenze sono i commercianti. Auspico in tal senso un ripensamento da parte del Sindaco”.
Un invito a studiare una soluzione che permetta agli esercizi interessati dal provvedimento di poter continuare a lavorare, ma anche a incentivare i controlli se qualche esercizio commerciale non rispetta le regole, arriva anche da un altro esponente del Carroccio, il consigliere regionale Giovanni Galli. “Questa ordinanza – spiega – è l’esempio concreto della distanza delle istituzioni dal territorio, dove per educarne uno se ne puniscono cento: cioè gli esercizi che egregiamente stanno lavorando rispettosi delle regole e garantendo la sicurezza dei lavoratori e dei clienti”.
A entrambi risponde altrettanto duramente il capogruppo Pd in Comune Nicola Armentano: “Bussolin e Galli forse hanno poco chiaro il senso del provvedimento. Sono loro a fare confusione, un atteggiamento poco responsabile in una fase complessa come questa. Non è l’ordinanza ma il Dpcm a vietare in materia di asporto di cibi e bevande il consumo in prossimità dei locali. L’ordinanza riproduce e chiarisce queste modalità per far sì che vengano applicate al meglio, perché lo sforzo dei tanti che stanno lavorando nel rispetto delle regole non venga vanificato dalla scorrettezza di pochi. Alimentare polemiche inutili finisce per danneggiare chi lavora, quegli stessi esercenti che loro a parole dicono di voler proteggere. I controlli ci sono e ci saranno e lo sforzo è massimo a ogni livello. Adesso è il momento di essere responsabili, soprattutto se si sta nelle istituzioni e di fare proposte: non inviti né tantomeno polemiche”.