Passa in Consiglio l’atto di indirizzo per il nuovo stadio a Novoli. E Michele Pierguidi (Pd) attacca il suo partito: “Preoccupati che il Franchi faccia la fine del Flaminio”
Game over, gioco finito. E il rischio, anzi verrebbe da dire quasi la certezza, è che a farne le spese siano uno dei monumenti nazionali più conosciuti nella storia dell’architettura italiana e un intero quartiere: messi da parte come si può fare per una carta straccia o un paio di scarpe che non servono più.
Nel 2023 la Fiorentina non disputerà più gli incontri casalinghi al Franchi ma in un impianto nuovo che dovrebbe sorgere nell’area sud della Mercafir a Novoli. Il via libera in Consiglio all’atto di indirizzo (che prevede anche la concentrazione del mercato nell’area nord attraverso la realizzazione del nuovo Centro alimentare polivalente) è arrivato con 22 voti favorevoli, 7 contrari e 3 astenuti.
Ma si è portato dietro anche una spaccatura a livello di Partito Democratico e l’intervento appassionato in aula di Michele Pierguidi, presidente Pd del quartiere 2, che ha attaccato duramente la sua maggioranza strappando applausi ai banchi dell’opposizione. “Questa è una scelta politica – ha detto – e noi siamo preoccupati come quartiere che il Franchi faccia la fine dello stadio Flaminio”.
Scelta politica – di portare via la Fiorentina da Campo di Marte – di cui la maggioranza di centrosinistra si è assunta la responsabilità attraverso le parole prima del capogruppo Pd Armentano il quale ha affermato che “Il voto segna un punto fondamentale nel percorso verso la nuova Mercafir e il nuovo stadio della città: un passaggio determinante per il futuro di Firenze e per il suo sviluppo” e poi dello stesso sindaco Dario Nardella (non presente però in aula) che ha commentato l’esito del voto: “E’ la dimostrazione del fatto che noi facciamo sul serio e rispondiamo con i fatti alle domande, ai dubbi e alle interrogazioni. Questa volta Palazzo Vecchio è non è stato fast, ma ultra fast”.
Resta poi da capire cosa succederebbe nel caso in cui la perizia di valutazione del terreno, visto che si tratta comunque di un bene comunale, desse come esito una cifra superiore ai 6 milioni di euro che Commisso sembrerebbe essere disposto a sborsare per divenire proprietario dell’area. Ma questa appunto è un’altra storia che potrebbe anche avere un finale non previsto e molto amaro. Dal canto suo, presentando la variante semplificata, l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re non ha rinunciato a tirare un paio di stoccate alla Soprintendenza che invece nell’ultimo incontro svoltosi un paio di settimane fa con i rappresentati del quartiere 2 e la stessa Del Re, qualche piccola apertura su una riqualificazione del Franchi l’aveva pur fatta ferma restando l’intoccabilità delle curve e delle scale elicoidali.
Ma di questa apertura non se ne è voluto tenere conto fermandosi all’unico progetto dell’architetto Casamonti, che invece le curve voleva abbatterle e quindi non avrebbe mai avuto l’ok da parte del Sovrintendente Pessina, senza sentirne altri, e in forza di ciò scegliere la strada del nuovo impianto. “Oggi – ha detto – inizia un nuovo percorso. Andiamo avanti nel rispetto dei tempi verso il nuovo stadio e il nuovo mercato ortofrutticolo. Il Franchi sta a cuore a tutti, ci impegneremo a trovare i finanziamenti per il suo riuso”.
Durissimi i commenti delle opposizioni: per Federico Bussolin (Lega) “si manca di rispetto alla storia della Fiorentina, ai fiorentini ed a Commisso: il progetto del nuovo stadio nasce senza una visione di quel che sarà il Franchi”. Aggiungono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi: “La maggioranza si nasconde dietro la tecnica. Ma la scelta tutta politica di Amministrazione e maggioranza rimane: spostare la Fiorentina da Campo di Marte senza il minimo progetto e senza un confronto avanzato”.
Per De Blasi (M5S) questa decisione avrà “come unico effetto il trasferimento dei disagi dei residenti, conseguenti alle manifestazioni sportive, in un altro quartiere ugualmente e densamente popolato della città” e Draghi (FdI) sottolinea: “Il Pd ha realizzato una tramvia che non passa di fronte allo stadio e ha promesso una stazione ferroviaria che sarà costruita alle “calende greche”. La Giunta naviga a vista: Commisso sia messo in condizione di non scappare a Campi Bisenzio e il Comune pensi alle soluzioni conseguenti”. Secco infine Ubaldo Bocci, coordinatore del centrodestra astenutosi dalla votazione: “Non siete credibili, non ci fidiamo di voi”.