Il presunto autore è un albanese di 47 anni, carpentiere, sposato e da anni residente nel grosso comune della cintura fiorentina. Tra lui e la vittima ci sarebbero stati forti dissapori per la vendita di un immobile
Ilir Leba, 47 anni, carpentiere, sposato e padre di un figlio di pochi mesi si è presentato ai Carabinieri di Badia a Settimo ancora intorno alle 13 di ieri per dare la sua versione dei fatti: prima che lo cercassero, quando le condizioni di Tommaso Dini, l’agente immobiliare accoltellato dopo una lite a Scandicci, erano serie ma non così gravi da metterne in pericolo la vita come poi purtroppo è accaduto (https://www.lamartinelladifirenze.it/accoltellato-dopo-una-lite-muore-in-ospedale/).
Nel tardo pomeriggio l’avvocato Neri Cappugi, che lo assiste e lo ha successivamente accompagnato alla caserma di via Vivaldi, ha ricevuto formalmente l’incarico. Il pubblico ministero Carmine Pirozzoli ha proceduto all’iscrizione di Leba sul registro degli indagati. Omicidio volontario, l’accusa. A tarda serata, il sostituto procuratore lo ha dichiarato in arresto. Il 47enne è stato quindi trasferito a Sollicciano. Secondo quando è trapelato fino a questo momento, il movente dell’omicidio del 50enne agente immobiliare, che lascia la moglie e due figlie, sarebbe da ricondurre da pregressi screzi tra i due, probabilmente maturati in ambito lavorativo. L’albanese aveva cenato con la moglie, sabato sera, e dopo aver accompagnato a casa la famiglia avrebbe incontrato per caso a pochi passi da casa sua Dini con il quale, mesi addietro, ci sarebbe stato da ridire sulla vendita di un immobile.
Il resto, se c’è, dovrà essere chiarito dalle indagini dei Carabinieri che stanno cercando di ricomporre tutto il puzzle. Il coltello con il quale è stato commesso l’omicidio non è stato ancora ritrovato anche se parrebbe che Leba abbia dato alcune indicazioni informali. Potrebbe essere un coltellino da cantiere che l’uomo portava sempre con sé nel giaccone. Oggi verrà dato l’incarico per l’esame autoptico sulla salma della vittima. Una risposta decisiva potrebbe venire dalle telecamere poste sul retro della piazza “del comune vecchio“, come chiamano tutti a Scandicci piazza Piave, oppure dall’impianto di videosorveglianza del Comune. I loro “occhi” potrebbero aver visto come sono andati fatti e registrato attimo dopo attimo tutta la tragedia.