Li aveva messi esposti una ditta marchigiana alla Mostra dell’Artigianato. Adesso spetterà alla Regione decidere se distruggerli o darli a enti assistenziali
Avevano raccolto tartufi freschi per venderli. Peccato però che le preziose trifole fossero state prese e commercializzate fuori dal periodo previsto dai calendari. Per questo una ditta marchigiana presente con il suo stand alla Fortezza dove era in corso la Mostra dell’Artigianato si è vista comminare una multa di 1.000 euro e sequestrare quasi un chilo e mezzo di tartufi che spetterà adesso alla Regione, competente per materia, decidere se distruggere o cedere a enti assistenziali. Tutto è cominciato da una segnalazione arrivata ai Carabinieri Forestali di Ceppeto. I militari si sono recati allo stand della ditta specializzata nella commercializzazione e trasformazione di tartufi freschi e hanno verificato che effettivamente erano state messe in vendita trifole nere senza targhetta del tipo Tuber Aestivum vitt. comunemente noto come tartufo estivo o scorzone. I tuberi provenivano dalle tartufaie della azienda e avevano il regolare documento di trasporto. Peccato però che la commercializzazione del Tuber Aestivum vitt., non fosse consentita perché la sua raccolta è ammessa a partire dal 1° giugno sia nelle Marche che in Toscana.
Ai militari non è rimasto altro che contestare la raccolta/commercio fuori dal periodo stabilito con il sequestro dei tuberi e la multa di mille euro per il dipendente dell’azienda che in quel momento si trovava nello stand per la violazione della legge regionale Toscana che detta le “Norme per la raccolta, coltivazione e commercio di tartufi freschi e conservati destinati al consumo e per la tutela e valorizzazione degli ecosistemi tartufigeni”.